LAVITOLA INTERROGATO: “CHIESI A PINTABONA UN AIUTO PER AVERE DENARO DAL PREMIER”

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Dopo l’interrogatorio di garanzia, dopo il colloquio investigativo (maratona di nove ore, lo scorso 25 aprile), l’ex direttore de L’Avanti parla dei suoi contatti in America-latina: Panama, Brasile, Argentina. Rapporti istituzionali con il presidente Ricardo Martinelli, poi la fuga da Panana, per il Brasile e l’Argentina dove – pare – Lavitola si sia speso come imprenditore ittico.
Carcere di Poggioreale, qualche ora per fare luce sulla rete di relazioni nei mesi della latitanza. Spunta il nome di un politico. Lavitola avrebbe incontrato Carmelo Pintabona, nel corso della latitanza in Argentina (gli ultimi quattro mesi, prima del rientro in Italia). Un nuovo nome agli atti dell’interrogatorio, una vicenda che potrebbe essere ora esplorata da parte dei pm partenopei, inevitabile una domanda: chi è Carmelo Pintabona? Presidente della Fesisur (Federazione associazioni siciliane in Sud America), un nome molto conosciuto a Buenos Aires, tanto da essere insignito della onorificenza Ordine della Stella della Solidarietà Italiana. E non è tutto.
Nel 2008, Pintabona si candida alla Camera per il Movimento per l’Autonomia fondato da Raffaele Lombardo, sempre mantenendo saldi i rapporti con il Sudamerica. Buoni rapporti con Italiani nel mondo (il network del senatore Sergio De Gregorio), in questa storia Pintabona non è indagato, ma viene tirato in ballo proprio da Lavitola. Stando a quanto emerge dall’interrogatorio tenuto ieri a Poggioreale, Lavitola avrebbe chiesto aiuto a Pintabona. O meglio: avrebbe chiesto al presidente Fesisur di rivolgersi a Silvio Berlusconi, perché gli venisse elargita una somma di denaro. Richiesta rimasta lettera morta, quella di Lavitola a Pintabona, priva di conseguenze concrete.
Indagato per corruzione internazionale (capitolo Finmeccanica) e per truffa ai danni dello Stato (fondi al L’Avanti), Lavitola sta ricostruendo la rete di contatti di cui si è avvalso prima di rientrare in Italia. È passato da un residence all’altro, sempre a proprie spese, ha commerciato pesce grazie a un’impresa messa in piedi prima di finire al centro delle indagini della Procura di Napoli. Vicenda complessa, quella che ruota attorno alla figura di Lavitola: difeso dal penalista Gaetano Balice, l’ex direttore-editore parla per ore, ma lo fa soprattutto per difendersi dalle accuse. Niente mazzette verso l’entourage del presidente panamense Ricardo Martinelli – spiega -, niente truffa per i 23 milioni di euro incassati alla guida del quotidiano socialista. Ma un’azione di lobbying globale – stando al suo racconto – in uno scenario di contatti e favori da cui oggi spunta il nome di Pintabona.
Lunedì mattina il caso Lavitola dinanzi al Riesame, che valuterà la richiesta di scarcerazione dell’ex imprenditore.

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