Cosa c’è dietro l’ennesima questione tra il Comitato di redazione de “Il Sole 24 Ore” e Confindustria? I temi aspri del direttore e dell’editore nel replicare alle contestazioni mosse dai giornalisti fanno il paio al comunicato stampa della Federazioni Nazionale della Stampa.
Il problema viene da lontano, da molto lontano. Da una parte gli errori, i continui errori da parte degli amministratori di uno dei giornali economici più prestigiosi al mondo che hanno deteriorato i conti del giornale fino a renderli insostenibili; dall’altro, il costo del lavoro giornalistico sicuramente inciso dal valore elevato dei contratti di lavoro.
La Confindustria di una volta avrebbe attribuito un apprezzamento, comunque, all’indiscutibile valore della redazione de “Il Sole”. Che ha garantito un’informazione di altissima qualità anche nel momento in cui gli errori dei top manager dell’impresa hanno influito sulle retribuzioni dei giornalisti.
La Confindustria di oggi è diversa, il cambio di marcia del nuovo Presidente, Carlo Bonomi, evidente. Il Sole 24 Ore è il giornale dell’associazione e i contenuti non possono essere mediati dalla redazione. Non servono interviste, linea editoriale, nella logica della disintermediazione dell’informazione rientra anche la decisione di dire pane al pane e vino al vino, pubblicando direttamente gli articoli di Confindustria. Fare cultura è cosa complessa ed un giornale come Il Sole produce cultura, nonostante le incursioni dell’editore. Ma il problema non è solo quello, come ben sa la redazione.
Il Sole è il giornale di proprietà di Confindustria, ma è anche il giornale di riferimento dei professionisti. Che sono i consumatori, per dirla nel gergo di alcuni tipi di industriali, quelli che comprano le copie, gli abbonamenti, cartacei e digitali. E proprio i professionisti avvertono le incursioni dell’editore non in quanto concettualmente contrari alle istanze degli industriali, anzi la cultura del lavoro autonomo è spesso convergente con quella della grande impresa.
Ma perché vedono in un giornale come Il Sole 24 Ore oltre che uno strumento di lavoro anche uno spazio importante di tutela delle libertà. Tra il modello fordista della Confindustria di oggi, vicina alla logica del padrùn e della fabbrichetta, e le istanze culturali dei lettori de Il Sole, c’è la garanzia dell’autonomia della redazione. Che va tutelata nell’interesse della libertà di impresa in questo Paese. E questo a prescindere dai soliti, datati, comunicati della Federazione Nazionale della stampa.
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