Riprendiamo un’interessante intervista apparsa ieri su La Voce al deputato dem Paolo Lattanzio su editoria e riforme.
“Abbiamo messo a segno due buoni risultati come il rinvio dei tagli ai fondi per l’editoria e il supporto a Radio Radicale: adesso avanti con la riforma dell’editoria”.
Paolo Lattanzio, deputato del Partito democratico e componente della Commissione Cultura, esprime soddisfazione per il lavoro che è stato fatto per quanto riguarda i temi strettamente legati al mondo dell’editoria, e ottimismo per ciò che verrà.
“In Commissione cultura, che ha competenza sul tema dell’editoria a 360 gradi, spaziando dalla stampa alle tv locali, stiamo analizzando il Piano nazionale di ripresa e resilienza ponendo una serie di pareri che, pur non essendo vincolanti, daranno un indirizzo forte al nuovo governo – spiega Lattanzio – maggiormente sensibile a questo tema. Governo che arriva in un momento importante, dopo che abbiamo ottenuto due ottimi risultati, il rinvio dei tagli ai fondi per l’editoria e il sostegno a Radio Radicale. Il cambiamento di sensibilità del governo sul tema della stampa e dell’editoria è evidente. Alla lunga il ragionamento che facemmo, quando ancora ero nel Movimento 5 stelle, di sostenere le realtà locali dell’editoria, alla lunga ha pagato. E nel confronto in Commissione ci siamo detti, in accordo con tutte le altre forze politiche, che guardando la crisi attuale non si possono fare discriminazioni tra le imprese che sono in difficoltà, e tantomeno si possono colpire in maniera ideologica le imprese della carta stampata”.
“Grazie al lavoro politico fatto, in modo trasparente, arrivando fino ai gruppi parlamentari, ne è uscita una versione moderna e civile di valorizzazione dell’intero comparto – aggiunge Lattanzio – ancora più importante, parlando del Piano nazionale, notare che il tema dell’editoria sia ancora debole al suo interno. Per questo i molti contributi raccolti dal comparto dai vari addetti ai lavori diventeranno la base dei pareri che cercheremo di inserire al suo interno”.
“Il passo successivo, secondo me, non potrà che essere una riforma dell’editoria – prosegue il deputato del Pd – che non significa Stati generali dove si ascoltano tutti ma tanto si ha già in tasca la soluzione. Significa invece una riforma aggiornata rispetto alle nuove tecnologie e al nuovo scenario al quale ci ha costretto l’emergenza sanitaria da Covid. Una riforma da fare con gli addetti ai lavori, come il sottosegretario Andrea Martella aveva già iniziato a fare, e mi auguro possa riprendere presto. La crescita e l’evoluzione di questo settore nel Piano nazionale avrà, intanto, dei paletti nei vari comparti: nel radiotelevisivo con la necessità di valorizzare le nuove professionalità da inserire e l’aggiornamento professionale di quelli che già ci lavorano, la valorizzare dei big data e dell’intelligenza artificiale accessibile anche alle imprese per aumentare la loro competitività. E ancora il supporto alle nuove piattaforme video e on demand, il cloud europeo per utilizzo dei dati”.
Lattanzio prosegue parlando della radio, “il sostegno per l’implementazione del Dab, la maggior copertura digitale e il rafforzamento delle piattaforme” e dell’editoria dove bisognerà affrontare “il lavoro dei giornalisti, per contrastare il precariato e dare alle imprese, che escono con le ossa rotte da questa pandemia, la possibilità di potersi garantire i lavoratori che portano avanti i giornali”.
“Altro aspetto importante è l’aggancio della risoluzione, votata all’unanimità in Commissione cultura, al cui interno è presente un passaggio chiaro sulla tutela della stampa, delle emittenti locali e delle edicole – sottolinea Lattanzio – questo significa che l’approccio ideologico precedente è stato superato. La mia proposta, alla fine del lungo excursus che ho illustrato in Commissione, ha trovato l’appoggio dei colleghi proprio perché stiamo parlando di proposte fatte dagli addetti ai lavori, che poi noi dovremo far applicare. Indicativo, tra gli impegni della risoluzione, il sostegno all’editoria locale e alle filiere connesse per salvaguardare la libertà di stampa, difesa dall’articolo 21 della Costituzione italiana”. Lattanzio ha sottolineato che allo stesso modo l’obiettivo è sostenere le emittenti locali, incrementando il fondo dedicato, incentivare il digitale “garantire, in sostanza, l’informazione primaria”. “La sensibilità delle forze che sostengono questo governo è per un approccio positivo verso stampa ed editoria – conclude Lattanzio – prima il niet del Movimento 5 stelle sulla proroga dell’inizio del taglio ai fondi era pesante e bloccava ogni ragionamento. Eppure avevamo cercato di spiegarlo in modo chiaro, sottolineando che non si trattava di fondi che andavano ai ‘giornaloni’, ma a supportare piccole imprese editoriali. Come si fa la battaglia per le piccole imprese di altri settori, non vedo perché non di debba fare anche per questo”.
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