Questa volta a dare la notizia è il cronista stesso, indagato per fatti accaduti nel gennaio 2011.
La giovane studentessa fu trovata morta nei pressi di un bosco in zona Perugia Nord, le prime ipotesi furono di morte per assideramento ma in seguito la pista della droga
si è rivelata la più verosimile.
All’epoca dei fatti Castellini si trovò a trattare del caso sulle pagine del suo giornale, attraverso la pubblicazione in particolare di due articoli sul fatto, che avrebbero favorito i due maggiori indagati.
Si trattava dei due spacciatori che secondo una testimonianza oculare raccolta da Castellini, avrebbero fornito droga alla giovane vittima.
Attraverso il titolo di prima pagina del quotidiano umbro, intitolato: “Elisa, caccia a Marco e Matteo” , i due spacciatori identificati con questi nomi, avrebbero scoperto di essere ricercati dalla polizia ed avuto così modo di eludere le investigazioni.
Castellini è accusato di aver con più azioni reiterate in tempi e circostanze diverse aiutato i due indagati a sottrarsi dalle investigazioni e ricerche in relazione al delitto di cessione continuata di stupefacenti a Elisa Benedetti.
Non solo attraverso le pagine del suo giornale Castellini si sarebbe reso complice della fuga dei due pusher ma lo avrebbe fatto anche attraverso il canale televisivo, durante una puntata di “Porta a Porta” , il direttore fece il nome dei due presunti responsabili della morte del decesso della giovane.
Castellini, classe 1960, è stato per 7 anni assessore e vice sindaco al Comune di Tarquinia, è stato membro della direzione e segretario romano dei circoli Walter Tobagi , coautore di diverse pubblicazioni economiche ed alla guida de “Il Giornale dell’Umbria” dal primo marzo 2006.
Il cronista gode di un curriculum di tutto rispetto e nessuna macchia nella fedina penale, ad esclusione della corrente accusa, a cui Castellini ribatte con queste parole: “Mi sembra evidente la gravità della decisione della Procura, che di fatto tende non solo a limitare incostituzionalmente, ma addirittura ad eliminare la libertà di stampa.
Cedere a tali assurde richieste significherebbe colpire al cuore la corretta e libera informazione a cui hanno diritto i cittadini, creare un vulnus a uno dei pilastri della democrazia, determinare precedenti pericolosi.
Un atteggiamento gravissimo e quasi senza precedenti, quello della Procura di Perugia, che non a caso è isolato nel panorama nazionale e di cui sfuggono le vere ragioni, tanto appare infondato.
C’è da sperare che ciò non voglia rappresentare una forma di intimidazione verso la libertà dei giornalisti di dare le notizie che hanno e realizzare inchieste giornalistiche, anche scomode.”
Solidali a Castellini l’Odg, l’Fnsi, e l’Asu che seppure in rispetto della Magistratura, auspicano un archiviazione dell’indagine in nome del riconoscimento della professionalità di un giornalista che non ha fatto altro che svolgere il proprio lavoro con coraggio e trasparenza.
Arianna Esposito
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