L’ARRESTO DI SALLUSTI E LA MORTE DELLA LIBERTA’ D’OPINIONE

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Oggi è finita, finita, davvero. Non la seconda repubblica, è inutile fare inutili conte; no, no oggi con l’arresto del direttore di un giornale, arresto avvenuto nella redazione di un giornale, per un reato consumato in un giornale, anzi sulle pagine di un giornale, si è detto basta, qualcuno ha detto basta, da oggi iniziamo a fare sul serio, si fa come diciamo noi, la corte decise così. Reato di opinione, anzi, nemmeno, reato di aver consentito ad un altro giornalista di esprimere la propria opinione. Vietato, forbidden, verboten, interdit, l’Europa taccia, il mondo taccia, in questo stivale le regole le dettiamo noi, anzi la regola siamo noi. Sallusti in galera.
E’ finito, definitivamente, il gioco ad armi pari, quello basato sul confronto delle idee, io esprimo la mia opinione e tu esprimi la tua; io leggo quello che scrivi tu e tu quello che scrivo io. No, vietato esprimere opinioni se non sono quelle di chi decide quale è la parte giusta. L’altra merita il silenzio, il disprezzo, l’oblio, le sbarre, eccola, la cella. Ed inquietante è il roboante silenzio dei giornali, dei giornalisti; dove era ieri la federazione nazionale della stampa, mentre il direttore di un giornale dichiarava al Paese di essere pronto per andare in galera per dare un senso ad una vicenda che un senso che non ce lo può avere?
Immaginate fosse successo ad un giornalista con le idee giuste, il fango è questione di posizione, tutti sui tetti, a salire sui piloni nelle solite manifestazioni buoniste con tante bandiere, sempre le stesse, rosse e viva la pace e poi Palestina libera, eccoli in alto, sui tetti di una cultura che accetti o vai in galera. Ed il de profundis è nei commenti di tanti, della pubblica opinione, che non parla del fatto, di un’opinione, della pubblicazione di un’opinione, di un giudizio troppo breve in cui nessuno ha trovato il tempo per indagare davvero sull’essenza di una democrazia. No, inutile, l’argomento su cui dibattere è la quadratura della casa della compagna del direttore di un giornale, un’aggravante terribile, nella notte più buia di questa fragilissima ex democrazia. Il carcere non redime chi deve essere redento.
Ma Sallusti non ha nulla da scontare se non essere nato in un Paese in un momento sbagliato in cui in cui non è lecito lasciare che qualcuno esprima la propria opinione se non è l’opinione di qualcuno. Ma per questo reato pagheremo tutti, meno che lui; perché la libertà di un uomo va ben oltre le sbarre di una prigione. Ed il direttore del Giornale lo ha dimostrato nella conferenza stampa di ieri. Una lezione di civiltà anzitutto a chi rappresentando la categoria a tutti i livelli, dai colleghi direttori ai vertici dell’Ordine e della Federazione hanno ben ritenuto di fare come Ponzio Pilato. La storia racconterà la verità.

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