“L’impegno e le richieste dei giornalisti dell’agenzia Dire: presto lo staff comunicazione dell’esecutivo; come negli Stati Uniti e in Germania, fissare incontri stampa col Presidente del Consiglio, il portavoce o delegati per rispondere alle domande, fornire dati e documenti”. Così parte l’appello che Agenzia Dire ha inviato all’attenzione del premier Mario Draghi. Chiedono, i giornalisti, una comunicazione diretta e autentica, sulla scorta dei modelli in vigore nei Paesi occidentali. Draghi, finora, ha tenuto un profilo estremamente sobrio rilasciando pochissime dichiarazioni.
Agenzia Dire ha scritto: “Il nuovo Governo di Mario Draghi ha giurato, ora è nella pienezza dei poteri. È la prima volta che il Paese si trova di fronte ad un esecutivo con quasi tutte le forze politiche dentro. Vero, è una situazione eccezionale, il virus continua a picchiare forte, ci sono ancora tanti morti e adesso dovremo vedercela anche con la variante inglese e poi con la variante della variante che verrà. Il premier, Mario Draghi, è risorsa preziosa, forse l’unico in questo momento che può far da scudo, metterci al riparo dagli avvoltoi delle speculazioni che non vedono l’ora di sfilarci anche le mutande… gratis. Conte e la sua litigiosa maggioranza non andava bene, è stato deciso di affidare il nostro destino a mani più capaci, a chi ha sempre gestito enormi risorse e in quel fiume ha sempre navigato, combattuto, vinto”.
E ancora: “Noi italiani siamo fortunati,pochi anni fa i nostri fratelli greci in dissesto economico si sono trovati di fronte a una Banca europea e una Comunità di Stati che, implacabili, li ha messi subito sotto tutela per riprendersi il dovuto senza fare sconti alla popolazione. Adesso che il covid ha livellato tutti i paesi europei allo stesso modo, è scattata la solidarietà, l’esigenza di restare uniti. Fino a poco tempo fa pensavo, speravo, che questo dramma che viviamo ogni giorno ci avrebbe reso migliori, oggi ho qualche dubbio,in giro c’è molta rabbia, giustificata dall’emergenza che si vive e da troppi ritardi. Quasi tutti non vedono l’ora di tornare a come eravamo prima. È umano. Tocca alla classe dirigente e al Governo di salvezza nazionale, trovare il modo di spingere in avanti la società, far maturare scelte innovative, stili di vita incentrati sulla cura del nostro ambiente”.
Quindi il ruolo dei giornalisti secondo l’Agenzia: “Come dobbiamo rapportarci a questa nuova situazione politica? Sappiamo già quali sono i rischi:ci sono troppi interessi in gioco, tante criticità, tanta ‘fame’, quindi appare scontato aspettarsi lodi e applausi, da ogni parte. Sì, ma noi siamo giornalisti, e il nostro dovere è quello di puntare sempre alla verità che non è mai neutra, fa sempre male a qualcuno, diceva il nostro collega in tonaca don Primo Mazzolari. Vero che quando ci sono interessi e soldi, tanti soldi in ballo, i mercati da controllare, il silenzio è d’oro. Ma adesso, oltre ai soldi, c’è in ballo anche la nostra democrazia, che non vive di silenzi ma di confronto e dibattito, e anche di lotta tra parti contrapposte. Spero che, passato l’idillio iniziale, qualcuno non trovi nel silenzio la novità dell’esecutivo”.
Dunque la proposta: “Il Capo del Governo nomini subito uno staff responsabile per i rapporti con i giornalisti. Non solo, vista l’eccezionalità dell’esecutivo, che si introduca settimanalmente, come accade negli Stati Uniti o in Germania, un incontro con i giornalisti per risponde alle loro domande e fornire dati e documenti ufficiali. Quando non sarà possibile, che ci sia un ministro o un delegato a rispondere in modo autorevole alle domande dei cronisti su questo o quel provvedimento. Per noi giornalisti un compito in più: non facciamoci prendere dal chiacchiericcio, dalle parole che replicano a parole. Anche noi dobbiamo entrare anima e corpo in questa fase eccezionale, per rafforzare la nostra autorevolezza, il nostro servizio ai cittadini. Abbiamo visto che proprio nei momenti di difficoltà i cittadini hanno bisogno di essere informati, e vengono a cercarci. Servirà uno scatto, una forza di volontà davvero grande. Ma anche per noi giornalisti è suonata la campana: Se non ora quando? Come giornalisti dell’agenzia Dire ci siamo confrontati e abbiamo deciso di metterci in gioco. Chi ci sta?”
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