Editoria

L’appello a garantire il pluralismo non può cadere nel vuoto

I grandi giornali hanno lanciato un appello al Governo affinché rifinanzi il fondo straordinario per il pluralismo. Il Presidente della Fieg, Federazione Italiana Editori Giornali, Andrea Riffeser da tempo sta rilevando l’asimmetria tra i finanziamenti destinati alla cultura, cinema e teatri su tutti, o il sostanziale azzeramento delle risorse per il settore dell’informazione. Prendendo le distanze in maniera significativa da quello che diceva la stessa Federazione qualche anno fa quando chiedeva, in nome del mercato, l’azzeramento del sostegno pubblico all’editoria al fine di far chiudere sostanzialmente i giornali editi da soggetti non profit, cooperative giornalistiche anzitutto. La differenza tra la posizione della Fieg di oggi da quella di allora è nella figura del Presidente, Riffeser è un editore e non un uomo calato dall’alto, come lo erano Luca Cordero di Montezemolo e Carlo Malinconico. La crisi del settore non è passeggera e la transizione digitale non è più da divenire. Già c’è stata e ha sostanzialmente spostato i ricavi verso i grandi player di Internet, Google e Facebook su tutti, che drenano gran parte delle risorse pubblicitarie. Nessuna competizione è possibile con loro. E la chiusura delle edicole, all’inizio effetto dei primordi della crisi, è diventata oggi concausa della costante e devastante perdita nella vendita delle copie cartacee. La vecchia questione tra giornali grandi e piccoli oggi non ha più senso, in quanto tutta l’informazione rischia di essere schiacciata in un mercato asfittico che non garantisce più il pluralismo. E il pluralismo non è mai piaciuto ai Governi, perché è l’unica vera fonte di dissenso, di dibattito, chi governa vuole essere libero e l’informazione on line non professionale consente di gestire l’opinione pubblica in modo molto più semplice che attraverso l’attività di mediazione dei giornali. L’appello di Riffeser e delle altre associazioni di settore non può essere visto come una modalità di richiesta di soldi per interessi di settore. La sopravvivenza e la vivacità dei giornali sono necessarie per garantire l’effettività del pluralismo che è presupposto della democrazia e dell’alternanza. Il Governo di oggi potrebbe essere opposizione di domani ed è anche suo interesse specifico, oltre che di tutti i cittadini, evitare che sia un mercato oligopolistico, privo di remore nel polarizzare il dibattito e ridurre lo spazio di confronto, a dettare le regole del gioco. E mai come oggi è necessario che lo Stato destini al pluralismo le risorse necessarie alla sua tutela.

Enzo Ghionni

Recent Posts

Circolare n. 54 del 18/12/2025 – Contributi alle scuole per l’acquisto di abbonamenti ai giornali

Anche per l’anno scolastico 2025/2026 è aperta la procedura per la concessione dei contributi destinati alle istituzioni scolastiche per…

15 ore ago

Antenna rassicura Gedi: “Rispettiamo la linee editoriale”

Il Gruppo Antenna, in procinto di acquisire le testate Gedi, non avrebbe la minima intenzione…

16 ore ago

Gedi, pure il Cnog chiede la golden power su Rep e La Stampa

Anche l’ordine dei giornalisti si allinea alle richieste di Elly Schlein e chiede al governo…

16 ore ago

Il Crotonese: 45 anni di informazione cooperativa e indipendente a Crotone

In questi giorni si parla tanto delle sorti dei giornalisti del gruppo Gedi, ma come…

2 giorni ago

Sostegno all’informazione, Fnsi richiama il governo: “No al gioco delle tre carte”

Il sostegno all’informazione non può essere esclusivo né parziale, la Fnsi rampogna il governo dopo…

2 giorni ago

Gedi, parla Barachini: “Seguiremo la trattativa passo passo”

La cessione di Gedi è debitamente monitorata dal governo: lo ha affermato il sottosegretario Barachini.…

2 giorni ago