L’ANTITRUST ORA PUNTA IL DITO SU TELECOM ITALIA

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Wind e Fastweb avevano denunciato Telecom Italia, per aver impedito la concorrenza. L’Antitrust ha chiuso l’istruttoria, la fase precedente alla multa: “Ha boicottato il 15-20 per cento delle attivazioni e 5 milioni di passaggi ad altro operatore, tra il 2009 e il 2011“. Telecom Italia rischia ora la pesante accusa di abuso di posizione dominante. Telecom ha 30 giorni per mettere a punto la propria difesa ed evitareuna maxi multa che colpirebbe fino al 10% del fatturato.

Telecom ha rifiutato 5 milioni di attivazioni dei concorrenti su un totale fra i 10 e i 15 milioni: i KO tecnici sono stati giustificati con ”specifiche scelte strutturali, organizzative e procedurali adottate da Telecom nella gestione del processo di provisioning” (ovvero fornitura del servizio).

Quando l’operatore alternativo è costretto ad arrendersi (“mi spiace, non possiamo attivarti la linea che avevi richiesto”), in realtà ciò potrebbe nascondere un abuso. L’Antitrust adombra una pratica scorretta ai danni degli operatori alternativi, ma soprattutto dei consumatori.

Telecom Italia ha risposto che presto smonterà il castello accusatorio: “Stiamo studiando attentamente il corposo dossier Antitrust. Peraltro materia già puntualmente regolamentata dall’Autorità di settore in base alle direttive europee. Confidiamo nell’accoglimento delle nostre tesi nel corso del completamento dell’iter istruttorio“.

Franco Bernabé (Telecom Italia) ha risposto anche allo studio annuale dell’Ofcom: “L’Italia è uno dei Paesi dove internet costa di meno in assoluto”. L’Ofcom aveva accusa gli ex incumbent di rallentare la crescita e di tenere alti i prezzi. In Italia una famiglia con un contratto di connessione a banda larga con un uso di base, solo per Internet, paga 30,67 euro al mese contro i 24,5 euro della Francia e i 19,62 euro della Gran Bretagna.Ma a Radio24, Bernabé smentisce: “Un abbassamento ulteriore dei prezzi limita la capacità di investimento e quindi limita la qualità futura dei servizi”.

Infine, nei giorni scorsi Dino Bortolotto, presidente Assoprovider, ha scritto una lettera per criticare la posizione di Telecom Italia, e non solo, al recente conferenza ITU di Dubai: “Si continua a spacciare la posizione degli USA a Dubai come funzionale SOLO al tornaconto economico delle big company americane (dimenticando ad arte la grande quantità di associazioni Europee contrarie alle rivendicazioni di ETNO), il solito vecchio trucco di nascondere i proprio sporchi interessi dietro ad una falsa battaglia contro un falso nemico, agli EX monopolisti europei che cosi tanto gridano ora contro Google&Company importa solo di ritornare MONOPOLISTI in Europa magari spacciandosi per i difensori degli interessi dei cittadini europei .. e per farlo stanno foraggiando una campagna stampa di mistificazioni senza precedenti”, e ha concluso: “Non è escludibile che per raggiungere l’obiettivo gli ex incumbent europei per doveri di alleanza verso i regimi repressivi che li spalleggiano non lascino sul campo anche la DPI che altro non è che una intercettazione “continua” su qualsiasi comunicazione avvenga sulla rete internet”.

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