Un parziale recupero a dicembre non basta a fermare l’emorragia pubblicitaria. I dati Nielsen per il 2020 sono drammatici: il calo dei ricavi della raccolta della pubblicità nell’anno del Covid si attestano a -11%. L’ultimo mese dell’anno ha fatto registrare una ripresa stimata nel 3,8% che però non è bastata a evitare un crollo a due cifre per il settore.
Secondo gli analisti Nielsen si tratta del peggiore dato in percentuale da settantacinque anni a questa parte. Il dato si aggrava se si espunge dal conteggio il volume d’affari di internet o, meglio, delle corazzate dell’Over the top: crollo supererebbe il 15 percento.
Eppure sembrano esserci segnali di speranza per il settore. L’estate ha recuperato l’enorme gap che si è creato nel periodo del lockdown quando la pubblicità è scesa del 33% nonostante gli ascolti mostruosi delle tv e i dati in ripresa dei giornali. Un paradosso: più si guardava la tv e meno c’erano introiti pubblicitari, ma perfettamente spiegabile con le difficoltà e le incertezze del periodo.
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