“I giornali continueranno a esistere”. Parola del sottosegretario all’Editoria Andrea Martella che a Milano ha incontrato i giornalisti per fare il punto sui progetti di riforma del settore e sulle iniziative da mettere in campo per superare la crisi che attanaglia l’informazione e l’editoria.
Tanti i punti all’ordine del giorno su cui si è espresso il sottosegretario. Dalle agenzie fino agli “over the top”. “Per quanto riguarda l’informazione primaria stiamo cercando di valutare, anche giuridicamente, se esista un modo per modificare le gare d’appalto attuali per passare a un altro sistema, così da superare le scelte operate nel 2017″, quelle che prevedono una serie di bandi pubblici e di complessi parametri per partecipare agli appalti. Martella, sui cosiddetti Over the top e cioé i giganti del web ha spiegato che questi “devono fare in modo “di risarcire” un mondo dell’editoria da cui ottengono vantaggi rilevanti”. Allo stesso tempo l’informazione deve garantire correttezza contrattuale a chi lavora, con “livelli retributivi giusti” ed evitando ad esempio di fare ricorso a giornalisti prepensionati “a cui è fatto divieto dalla legge di avere contratti con aziende che hanno avuto accesso a questi strumenti, o ad altre dello stesso gruppo”.
Infine un passaggio sull’Inpgi. Martella ha spiegato che: “Il sistema Informazione si sostiene anche sostenendo l’ente pensionistico, attraverso l’autonomia e la solidità dell’Inpgi”. E per quanto riguarda la platea contributiva, una delle scelte fondamentali per la gestione futura, Martella ha poi precisato che “per anticipare la scelta del precedente governo che prevede l’ingresso dei comunicatori entro il 2023, prima di tutto si tratta di indennizzare l’Inps, con un esborso di alcune centinaia di milioni l’anno, risorse non facili da reperire in questo momento”.
Per Martella la difesa della stampa, dell’editoria e dell’informazione è basilare per il futuro della democrazia: “Esiste un giornalismo di qualitàche può far emergere le vere notizie. Il mio lavoro è rilanciare la professione del giornalismo, perché sono convinto che sia un asse fondamentale della democrazia che si nutre di libera informazione e di pluralismo”.
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