L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni resta a Napoli. La Commissione Affari Costituzionali ha approvato gli emendamenti al decreto PA presentati da Valeria Valente (Pd) e Gennaro Migliore (Led). La norma negletta prevedeva il trasferimento della sede Agcom a Roma per esigenze di spending review. In realtà lo spostamento avrebbe provocato disagi per i 130 dipendenti dell’Autorità, costretti a trasferimenti dispendiosi sia dal punto di vista umano che economico. Ma l’azione dei deputati campani di Pd e Led è riuscita a scongiurare questo rischio. Salve anche le competenze amministrative del Tar della Campania, che resta giudice dei contenziosi tra aziende e tra quest’ultime e utenti.-Esulta anche la sezione campana della CGIL, che si era impegnata per evitare il cambiamento. Il segretario Fabio Tavella sottolinea l’importanza del connubio tra l’Agcom e le aziende di telecomunicazioni e informatica, che assicura al Mezzogiorno una posizione di rilievo nel settore dello sviluppo innovativo. A motivare l’azione dei deputati era stato l’iniquo trattamento riservato all’Agcom in relazione ai suoi canali di finanziamento. Come la CONSOB, l’Agcom è finanziata dai contributi dei soggetti che vigila. Ma non sono stati previsti interventi per la razionalizzazione della CONSOB. Il deputato Pd Massimiliano Manfredi, tra i firmatari degli emendamenti, fa notare che la permanenza dell’Agcom a Napoli è rilevante anche a livello fiscale per il Comune. Sia per i contributi versati dai dipendenti che, soprattutto, per quelli corrisposti dalla stessa Autorità.