L’Agcom, avendo riscontrato comportamenti lesivi dei diritti degli utenti, interviene nuovamente sulla vicenda di Okcom. Una prima regolamentazione dell’Autorità è avvenuta nel febbraio 2013, resa necessaria dall’interruzione della collaborazione tra Okcom e Telecom Italia. Con tale intervento l’Agcom ha garantito un corretto instradamento delle chiamate ai clienti con numeri nativi di Okcom passati ad altri operatori. A svolgere un ruolo chiave nelle procedure di portabilità sono stati delegati Unidata e la stessa Telecom Italia. Nei primi mesi di quest’anno, però, diversi operatori hanno denunciato la mancata attivazione di Okcom sia in merito alla migrazione che relativamente all’instradamento delle chiamate. Da una riunione dei soggetti coinvolti nella controversia è scaturita la decisione di affidare agli operatori recipient (cioè, quelli verso cui migra il cliente) la modifica degli instradamenti. Infine il Mise ha disposto la revoca del servizio per tutti i clienti di Okcom, indicando a quest’ultimo di continuare a gestire le procedure di migrazione in atto. L’azione passa all’Agcom, che deve innanzitutto tutelare i diritti dei clienti che utilizzano numeri nativi di Okcom. Pertanto l’Autorità dispone misure di urgenza che prevedono la sostanziale esclusione di Okcom quale soggetto attivo nelle procedure di migrazione. L’inerzia dell’operatore nell’invio di notifiche relative ai procedimenti viene aggirata con l’istituto del silenzio-assenso. Con Okcom fuori dai giochi, all’Agcom spetta anche stabilire a chi assegnare i diritti d’uso della numerazione precedentemente gestita dall’operatore inadempiente. Nessun problema per i numeri assegnati singolarmente: in questo caso i diritti d’uso spettano all’operatore recipient. Per quanto riguarda i blocchi di numerazione, l’intenzione del Garante è quella di attribuire i diritti all’operatore sulla cui rete è configurato il quantitativo maggiore dei numeri appartenenti agli archi. A svolgere un ruolo di intermediari nella procedura, della durata complessiva di 20 giorni, saranno Telecom e Unidata, i quali dovranno comunicare al Mise i possibili operatori recipient e accogliere le richieste di questi ultimi.