Si disputerà presto l’asta per la banda L, che comprende le frequenze tra 1452 e 1492 Mhz. Il Consiglio dell’Agcom ha indetto una consultazione pubblica, della durata di 30 giorni, per dare modo agli operatori telco di avanzare proposte sulle modalità di gara. La certezza è la destinazione delle frequenze, che saranno assegnate, per l’appunto, ai servizi di telefonia mobile 4G. Il regolamento definitivo dell’Autorità è atteso per la metà di marzo. Sulla base di esso il Ministero per lo Sviluppo Economico indirà l’asta. L’assegnazione del blocco L agli operatori telco è stata resa nota nel corso delle presentazione della legge di stabilità. Nell’occasione il premier Matteo Renzi ha annunciato un incasso di 600 milioni per le casse dello Stato. Il percorso della banda L, almeno sino ad oggi, è stato molto travagliato. Inizialmente assegnata alla radio nel 1992, si è poi deciso di utilizzarla per favorire lo sviluppo del DAB. Ma la teoria è stata smentita dai fatti. La decisione di destinare le frequenze alla banda larga mobile viene anche incontro alle richieste dell’Europa, che non perde mai occasione di sottolineare i ritardi dell’Italia nell’attribuzione dello spettro per gli operatori telco.
Le frequenze della Banda L consentiranno l’espansione della connettività mobile anche in aree impervie nelle quali la connessione fissa fa fatica. Nello specifico saranno utilizzate per potenziare i download degli utenti, migliorando l’offerta di contenuti multimediali. L’imminente asta sembra, inoltre, confermare un ulteriore rinvio per la banda 700. Secondo le ultime valutazioni una gara per le frequenze di 700 Mhz avrebbe superato l’introito minimo previsto da Renzi per la procedura competitiva della banda L. E la radio digitale? A dicembre l’Agcom ha stilato il piano provvisorio di assegnazione delle frequenze radiofoniche digitali per le regioni Valle D’Aosta e Umbria e le province di Torino e Cuneo. Ad essere utilizzati per il servizio di radiodiffusione saranno i blocchi di frequenze della banda 174-230 Mhz. L’Autorità viene anche incontro alle richieste per le frequenze 230-240 Mhz, ma ritiene necessario un dialogo preventivo con il Mise e il Ministero della Difesa.