Quale futuro per la Rai? Sembrerebbe il titolo di uno di quei convegni che andrebbero pur fatti invece il problema è che, in questa campagna elettorale, la politica è riuscita nell’impresa di non parlare proprio di nulla. Nemmeno della Rai. Il cui futuro è diventato un’incognita. Almeno secondo il consigliere Riccardo Laganà che in una nota ha espresso dubbi e perplessità sul dibattito che non c’è sul futuro della Rai. Laganà, raccogliendo le lamentele di dipendenti e sindacati ha spiegato che i partiti hanno ignorato e stanno continuando a farlo, il futuro della rete radiotelevisiva di Stato.
“Condivisibili le preoccupazioni espresse da alcune sigle sindacali della Rai sul futuro del servizio pubblico, tema purtroppo ignorato nelle varie campagne elettorali. Evidentemente, come da solida tradizione, ci si ricorda di Rai solo per occupare spazi editoriali e poltrone”. Laganà ha aggiunto: “Ha poco senso dunque parlare di finanziamento straordinario di alcuni progetti legati al piano industriale attraverso la vendita di asset strategici se prima non viene risolto il nodo centrale del finanziamento ordinario con risorse certe e non in base ai desiderata dei governi di turno”.
Ma non basta. Per Laganà: “Risorse che devono essere strettamente legate anche agli impegni che andranno sottoscritti nel contratto di servizio. Quanto poi alla diminuzione della partecipazione di Rai nel capitale di Rai Way, come consente il Dpcm,occorre fare prima di tutto definitivamente chiarezza rispetto al reale interesse pubblico di tutta l’operazione nonché futuri costi, futuro impiego dei dipendenti Rai Way e non da ultimo qualità e continuità del servizio a beneficio dei cittadini. Per ora tutto assume i contorni di una operazione concepita evidentemente fuori da viale Mazzini e sulla quale dovrà necessariamente esprimersi anche il futuro azionista”.
Secondo Laganà, poi: “Compito della politica e dei futuri governanti immaginare anche il rilancio del servizio pubblico attraverso un nuovo modello di governance al fine di restituire davvero una indipendenza editoriale e finanziaria con risorse certe e congrue”. Infine il consigliere Rai ha spiegato: “I progetti di legge ci sono, si apra un serio dibattito pubblico tra le forze politiche, i cittadini, dipendenti e i vari portatori di interessi che ruotano intorno al servizio pubblico per individuare la migliore forma di governance e il miglior sistema di finanziamento sostenibile; è importante anche che dall’interno attraverso sindacati, dipendenti e manager appassionati la Rai si muova per diventare finalmente protagonista del suo futuro. Per ora Rai è stata solo vittima silente”.
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