La7 pareva la piccola isola felice, il luogo privilegiato dell’intellighenzia televisiva indipendente, il posto dove realizzarsi al riparo dalle brame berlusconiane e dagli appetiti della politica lottizzatrice. Con l’arrivo di Enrico Mentana (foto) al telegiornale, nell’estate del 2010, anche gli ascolti hanno sfondato il muro del 5%. Anzi: si è sfiorato il 10% (con tanti saluti per il precedente direttore del tg Antonello Piroso). Sono fioriti i commenti favorevoli. Aldo Grasso si è interrogato sul “mezzo miracolo” cui tutti alludevano, analizzando l’innovativa formula del notiziario: Mentana che illustra in apertura la giornata, che “guida” il telespettatore attraverso la giungla delle notizie politiche, in un panorama non più dominato dalla cronaca messa lì a mascherare i fatti.
Tutti volevano andare a La7: era tornata Daria Bignardi, approdata Serena Dandini, qui erano giunti persino Paolo Ruffini da RaiTre e Sabina Guzzanti dal lungo esilio post Raiot (trasmissione del 2003 cancellata dopo il debutto, secondo Guzzanti per motivi politici legati al suo antiberlusconismo militante). Sembravano ormai lanciati nel firmamento i nuovi talenti, da Geppi Cucciari a Corrado Formigli.
Poi qualcosa è successo. Forse l’impatto a media scadenza del digitale, forse, come ha detto Aldo Grasso nella sua videorubrica su Corriere.it, una «stagnazione» dovuta anche all’uscita di scena dell’oggetto del desiderio principale, il Silvio Berlusconi “caimano”.
Poi, ha aggiunto Grasso, c’è anche il problema dei direttori di rete che «propongono» modelli che appaiono desueti. E ci sono gli ascolti al palo o in calo.
La7, dunque, che sembrava poter rompere il duopolio, inizia ad arrancare. Daria Bignardi, forse perché le sue Invasioni barbariche sono ormai un format fin troppo collaudato, non riesce a muoversi dal 3,5 %.
Aveva iniziato con un 4,48, ma è stato un fuoco di paglia. Non va meglio a Serena Dandini, con il suo talk satirico del sabato, The show must go off: è vero che ha avuto la concorrenza di Ballando con le stelle su RaiUno e di Italia’s got talent su Canale 5, ma è indubbio che la verità nuda e cruda è un’altra. E cioè che la squadra collaudata di Parla con me soffre la mancanza di innovazione.
Stesse gag, stesso Dario Vergassola, stessa Dandini che finge di trasecolare davanti all’imitazione del politico. Persino l’informazione, con Piazza pulita di Corrado Formigli, il giovedì sera, non riesce a volare, nonostante il traino di Enrico Mentana e di Lilli Gruber (che con Otto e mezzo regge nel crollo generale).
Forse per la contemporanea presenza su multipiattaforma del Servizio pubblico di Santoro, padre mediatico del pur bravo Corrado, Piazza Pulita galleggia senza scintille.
Va male anche In onda, con Luca Telese e Nicola Porro, in calo fino al 2%, mai più ripresosi dopo la lite tra Luca Telese e Luisella Costamagna e la “defenestrazione” di Costamagna stessa (approdata intanto a RaiTre con risultati non incoraggianti).
Non decolla neppure G’Day di Geppy Cucciari, programma di nicchia anche arguto e divertente, ma evidentemente fuori target per l’orario. Questo non ha impedito a Geppy di assurgere a nuova dea della tivù comica indipendente (ma su altre Reti, come al festival di Sanremo). Benedetta Parodi, poi, a dispetto delle pile di libri venduti nei bookstore più grandi, non riesce a far svettare il suo I menù di Benedetta, fermo al 3%.
È vero che è ancora presto per fare un bilancio completo della campagna acquisti di star della tivù impegnata (Dandini, Guzzanti, Paolo Ruffini), ed è presto anche per capire se le star suddette attireranno investimenti pubblicitari, ma è un fatto che neppure a Enrico Mentana riescono i miracoli (anche se il suo tg resiste, attestandosi sull’8%).
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