Dure proteste in casa La7, i lavoratori ed i sindacati protestano contro lo “stile Cairo“: secondo i sindacati il modello di sviluppo che va prendendo forma sarebbe contrario a tutte le istanze sindacali. Imposizione del blocco salariale per tutte le lavoratrici e i lavoratori e consolidamento di un doppio regime in termini di diritti, che penalizzerebbe neo-assunti e tempi determinati, fanno scattare lo sciopero.
“Dopo aver tergiversato per mesi promettendo di rinnovare il Contratto Integrativo Aziendale e superare le discriminazioni adottate nei confronti di una parte di lavoratori, solo quando si fossero determinate condizioni positive di bilancio la proprietà di La7, Cairo ha scoperto le carte confermando la propria indisponibilità a confrontarsi su entrambi i temi. Tutto questo avviene nonostante si susseguano sulla stampa dichiarazioni solenni riguardanti la progressiva tendenza al miglioramento dei conti anche a chiusura dell’esercizio 2014”. Così dichiara Barbara Apuzzo, segretaria nazionale Slc Cgil.
Il rifiuto delle istanze sindacali
“Smascherata definitivamente la volontà di opporre un netto rifiuto nei confronti delle istanze sindacali “a prescindere”, rimane lo stupore di scoprire che il modello di sviluppo che Cairo pare avere in mente è fondato sull’imposizione del blocco salariale per tutte le lavoratrici e i lavoratori e sul consolidamento di un doppio regime in termini di diritti, che penalizza gravemente i neo-assunti e i tempi determinati”.
“Il risanamento dei conti realizzato e decantato dalla nuova proprietà – prosegue la sindacalista – è stato reso possibile proprio grazie alla collaborazione, ai sacrifici ed alla passione delle lavoratrici e dei lavoratori tutti, che per senso di responsabilità e dedizione al proprio lavoro hanno garantito estrema flessibilità e disponibilità, andando ben oltre il loro dovere, anche per compensare le carenze determinate dal progressivo disinvenstimento sugli strumenti di lavoro”.
Crescono i contenziosi legali
“Cairo permette inoltre l’impiego oltremodo esteso di rapporti di lavoro a tempo determinato e in somministrazione, che nel tempo ha generato una lunga coda di contenziosi legali, e il massiccio e crescente ricorso agli appalti esterni, con la conseguenza di svalorizzare le risorse interne e la qualità dei prodotti offerti”.
“Per tutti questi motivi i lavoratori hanno deciso di scioperare per ben 5 giorni, pari a 40 ore di lavoro, in modalità comunicate volta per volta all’azienda”, conclude Apuzzo. Nel frattempo, le Segreterie Territoriali hanno già messo a disposizione i propri Uffici Vertenze, per tutte le ragioni di contenzioso individuale che l’azienda non ha voluto fino ad oggi superare al tavolo negoziale.
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