LA VITTORIA DI METROPOLIS: IL GIORNALE DI NUOVO IN EDICOLA

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Sabato la vendita
di Metropolis, quotidiano
diffuso con cinque edizioni
nella provincia a sud di Napoli,
a Castellammare di Stabia,
è stata impedita da personaggi
che sono andati in giro per
le rivendite a imporre agli edicolanti
di tenersi ben nascoste
le copie del giornale. Il motivo
era la notizia pubblicata in prima
pagina sulle nozze in carcere
di un affiliato al clan D’Alessandro,
Salvatore Belviso, che
Metropolis indicava come
pentito.
La sorella di Belviso
si è presentata in redazione
per protestare e chiedere che
la notizia sparisse dal sito internet, altre persone si sono
mosse invece per far sparire il
giornale dalle edicole. E ci sono
riusciti, perché non è bastato
l’intervento dei carabinieri
a far sì che il quotidiano ritornasse
a circolare regolarmente
tra i lettori stabiesi che abitualmente
ne acquistano ogni
giorno circa 1.500 copie.
Ieri, però, la diffusione di
Metropolis ha raggiunto un
picco da giornata di grandi avvenimenti.
Su iniziativa del
Pd locale, ma con la partecipazione
anche del commissario
provinciale Andrea Orlando e
di altri dirigenti, è stata organizzata
una diffusione straordinaria,
con l’acquisto di tutte
le copie disponibili nelle edicole
e la distribuzione omaggio
ai cittadini tramite gli strilloni
sparsi in varie zone di Castellammare.

Una risposta democratica a
un intervento che, come sottolinea il direttore di Metropolis,
Giuseppe Del Gaudio, «non si era mai visto prima».
«Ci occupiamo da anni di camorra
e da anni la combattiamo – aggiunge Del Gaudio – e, certo, fastidio ne abbiamo
dato. Ma siamo sempre
stati regolarmente in edicola,
fino all’altro giorno non ce lo
avevano mai impedito. Perciò
dico che quello che è successo
è gravissimo. La camorra che
impedisce la libertà di stampa
è una cosa nuova e molto inquietante».

Uno dei primi a
esprimere solidarietà
ai giornalisti
di Metropolis è stato
don Luigi Merola,
l’ex parroco di
Forcella a Napoli,
costretto a vivere
sotto scorta per il
suo impegno contro
i clan. Don Luigi ha telefonato al
direttore e gli ha
annunciato l’intenzione di fare un’iniziativa
a Castellammare con i
ragazzi della sua comunità.

Condanna per quanto accaduto
è stata espressa anche
dal governatore della Campania
Stefano Caldoro («La stampa
ha sempre più spesso un
ruolo di frontiera e le istituzioni
hanno il dovere di essere
presenti e vigili»), dal discusso
presidente della Provincia
Luigi Cesaro («Bisogna individuare
immediatamente i responsabili
delle minacce»), e
dal sindaco di Castellammare
Luigi Bobbio che parla di «putrido
fenomeno camorristico,
che continua a manifestare la
propria prepotenza e il tentativo
di condizionare la vita della
città».
(Corriere della Sera)

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