Il sottosegretario Andrea Martella ristabilisce la verità e in commissione Cultura capovolge uno dei luoghi comuni più dolorosi che il mondo dell’editoria italiana abbia dovuto mai affrontare, quello del sostegno pubblico.
Dipinto come esosità, come spreco dei soldi pubblici, come peculiarità dell’Italia peggiore, cavalcata quale tema portante della campagna elettorale permanente di alcuni partiti e movimenti, si scopre che l’Italia è uno dei Paesi che meno sostiene, in Europa, il diritto al pluralismo dell’informazione. E Martella lo ha ribadito oggi: “L’Italia ha un investimento pubblico nell’editoria tra i più bassi in Europa: la contribuzione diretta ammonta a un euro a persona, contro i 5,4 della Francia. Nel 2018 sono stati destinati 66,5 milioni di euro ai soggetti ammessi alla contribuzione diretta, che sono in gran parte testate locali e giornali diocesani, a fronte dei 120 milioni della Francia e l’incidenza su Pil del sostegno pubblico all’editoria è pari allo 0,02%”.
Quindi ha aggiunto: “Deve essere innanzitutto ridefinito e stabilizzato il sistema della contribuzione diretta il differimento di un anno dei termini – già previsti dalla legislazione vigente – per la riduzione dei contributi diretti all’editoria, proposto nel disegno di legge di bilancio per il 2020, è finalizzato proprio a ridisegnare, in tempi ragionevoli, questo sistema di sostegno, all’esito di un confronto con il Parlamento e con tutti i soggetti coinvolti. L’obiettivo – ha affermato Andrea Martella – è quello di dare stabilità e certezza alla contribuzione diretta, una forma di sostegno presente in tutti i principali Paesi, che in linea con i recenti pronunciamenti della Corte Costituzionale deve essere mantenuta”.
Ma l’intervento, complessivamente, dovrà essere più ampio e avvolgente. Il sottosegretario ha spiegato: “L’esigenza di riordino e stabilizzazione del settore non è più rinviabile, è una strada difficile ma occorre cogliere tutte le opportunità offerte da una congiuntura favorevole a questo cambiamento. Occorre una riforma complessiva dell’intero quadro regolatorio che recepisca il necessario cambio di paradigma del sostegno pubblico all’editoria. Serve una nuova legge di sistema per l’editoria paragonabile per impatto a Industria 4.0, che potremmo definire 5.0”.
Nello specifico occorrerà intervenire sul sistema della contribuzione diretta per dare certezza a questa forma di sostegno presente in tutti i principali Paesi europei.
Marina Pisacane
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