Nel silenzio generale, anche della stampa, il Consiglio regionale campano, presieduto da Paolo Romano, ha rifatto il bando per la nomina del Difensore civico, dopo il forfait dell’ex presidente dell’ufficio Gip del tribunale di Napoli Renato Vuosi, che nell’autunno dello scorso anno ha presentato dimissioni lampo: il 31 ottobre la nomina, il 10 novembre la rinuncia.
Pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Campania del 25 giugno, il nuovo bando prevedeva un termine di presentazione delle domande di soli venti giorni (scadenza 14 luglio) e, di conseguenza, questa volta, hanno presentato la propria candidatura soltanto i “bene informati” (circa 40).
Tra coloro che hanno “mancato l’appuntamento”, alti magistrati in pensione ed insigni giuristi. Tra questi ultimi il prof. avv. Francesco Maria Cervelli che, già nel febbraio del 2010 compariva nell’elenco dei papabili per la prestigiosa carica, prima che si decidesse nell’agosto dello stesso anno di bandire una selezione.
Come argutamente osserva lo stesso Cervelli in una recente lettera inviata al direttore de “Il Mattino”, la storia del Difensore civico regionale campano è costellata di incongruenze, se non proprio di nefandezze: «Già a gennaio 2008 il difensore civico regionale Vincenzo Lucariello (ex-segretario del TAR Campania, che non sembra fosse laureato!) era stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta di S.M. Capua Vetere sul cosiddetto “sistema UDEUR” e rinviato a giudizio per rivelazione di segreto d’ufficio; successivamente, è stato anche indagato nell’inchiesta ARPAC.
Nel febbraio 2010, il Presidente del Consiglio Regionale Sandra Lonardo Mastella, in esilio a Roma per il divieto di dimora in Campania, si avvalse dei poteri sostitutivi per nominare il difensore civico della Regione Campania nella persona di Girolamo Sibilio, 65 anni, dirigente del settore Amministrazione (e, ad interim, anche del personale) del Consiglio Regionale della Campania, persona molto vicina all’UDEUR e che, però, un anno prima, era rimasto coinvolto in un’indagine della Procura della Repubblica di Napoli per “falso” ed, all’epoca, era in attesa della prima udienza del giudizio. “Nomine clientelari” accusò il Segretario regionale dell’Alleanza per l’Italia Bruno Cesario, ed aggiunse Pietro Ciarlo, capogruppo PD, “in questa vicenda buon senso e correttezza politica vengono ancora una volta calpestati”.
Al cospetto di questo triste spettacolo, il 13.03.2010, in piena campagna elettorale per la Regione, l’on. Stefano Caldoro promise: “Mi attiverò personalmente per evitare che certi fatti possano ripetersi durante il mio mandato di Governatore della Regione Campania”.
Ed in effetti, in data 23.08.2010 fu pubblicato il nuovo bando, con scadenza dopo 30 giorni, ampiamente pubblicizzato dalla stampa cittadina, che vide la partecipazione di ben 256 esperti. La scelta cadde su di un ottimo magistrato, il quale fu costretto, però, a dimettersi immediatamente per una presunta incompatibilità.
A questo punto, sarebbe stato logico far scorrere l’ampia e recentissima graduatoria degli aspiranti alla carica. Ma, proprio perché il Difensore Civico deve essere una persona al di sopra delle parti, è subito apparso molto difficile mettere ancora d’accordo le parti stesse – cioè le fazioni politiche – sull’uno o sull’altro, sia pur autorevole, nome. E allora cosa fare? Si è tornati all’antico metodo!»
L’impressione, questa volta tutta mia personale, è che vi sia una velata intenzione di non far funzionare l’organismo, in quanto il (già?) prescelto sarà impallinato dagli inevitabili ricorsi al Tar di coloro che avevano presentato la domanda nel 2010 e tra i quali andava rifatta la selezione per la nuova nomina.