“Da giornali fake news coi nostri soldi, ben vengano tagli all’editoria”. L’autore di questa perla di stupidità politica è l’ineffabile ex ministro Danilo Toninelli. Secondo cui se i giornali non scrivono quello che a lui piace vanno, inesorabilmente, chiusi. Almeno vessati.
In un video che ha pubblicato sui social, il Toninelli ha affermato che “Occorre al più presto introdurre nuove disposizioni per restituire ai cittadini il sacrosanto diritto di essere informati da una stampa libera e non soggetta a condizionanti interessi di parte”. Pare evidente, dunque, che per l’ex ministro gaffeur l’unico giornale che potrà accedere ai fondi pubblici sarà l’unico che, in bella vista sotto la testata, spiega ai lettori di non prenderne.
Inoltre Toninelli appare quantomeno disinformato, poi, sulla questione dei contributi. Che non vanno ai “giornaloni” ma alle testate locali, alle voci del territorio, delle confessioni religiose, della politica certo, ma soprattutto a quelle redazioni di prossimità che durante il Covid si son fatte carico di garantire informazione veritiera e di evitare il proliferare di fake news. Le stesse che da un ex ministro vengono brandite come “arma” per stroncare, una volta di più, le testate che non si piegano ai desiderata del potere.
Non c’è tanto da dire: nonostante le chiacchiere di facciata, il M5s rimane un partito che odia il dissenso o, nella più generosa delle ipotesi, privo di una vera e autentica cultura delle istituzioni. Toninelli, insufficiente come ministro e peggio ancora come parlamentare “semplice”, ne è il volto.
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