La Sicilia, i collaboratori sul piede di guerra: “Non possiamo lavorare gratis”

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Collaboratori sul piede di guerra a “La Sicilia”. I giornalisti sono pronti anche a scioperare se non verranno saldate le pendenze o, quantomeno, se non arriveranno risposte – finora assenti – da parte dei vertici amministrativi della società editrice.

In una nota, i collaboratori de La Sicilia accusano: “Non abbiamo avuto alcuna risposta sui mancati pagamenti degli anni passati né garanzie sulle collaborazioni più recenti. Di fronte al silenzio dei vertici amministrativi della ‘Domenico Sanfilippo Editore’, vogliamo fare sentire la nostra voce di giornalisti che svolgono attività con professionalità e dedizione. Per questo annunciamo fin da ora azioni eclatanti, senza escludere ‘scioperi’ con l’interruzione a scrivere articoli e a proporre le nostre segnalazioni alla redazione. Una scelta – spiegano i ‘corrispondenti’ da ogni parte della provincia di Catania – che finora abbiamo evitato perché fiduciosi in risposte precise a istanze prima ben note alla proprietà e poi conosciute dai commissari straordinari. Risposte, però, mai arrivate, al di là di vaghi e generici impegni”.

Ma non basta perché la situazione è grave: “Noi corrispondenti, ogni giorno impegnati a raccontare la cronaca della provincia, compresa quella su fatti di mafia e criminalità organizzata, non riceviamo i compensi che ci sono dovuti da troppo tempo. Ci sono colleghi che attendono arretrati anche da anni. La liquidazione è avvenuta a singhiozzo, senza peraltro ricevere i cedolini di avvenuto pagamento (dettaglio che crea parecchio confusione). Ci sono corrispondenti che, nonostante la loro puntualità a consegnare mensilmente le note di collaborazione, avanzerebbero anche svariate migliaia di euro. Eppure nessuno ci ha dato alcuna garanzia né per le spettanze passate né per quelle maturate dall’insediamento dei commissari straordinari. C’è chi segnala, inoltre, che dai prospetti personali Inpgi non figurerebbero versamenti dei contributi previdenziali relativi agli ultimi anni”.

Il tempo della pazienza è finito: “Finora siamo stati comprensivi (il momento storico, la crisi del settore, il calo degli introiti pubblicitari…) ma è chiaro – viene sottolineato dai collaboratore de La Sicilia  – che non possiamo continuare a lavorare gratis. Sì, di questo si tratta. Non possiamo lavorare senza risolvere quei crediti che vantiamo, generati da molte mensilità di compensi, peraltro già bassi rispetto all’impegno e alla qualità professionali che garantiamo quotidianamente. Un lavoro essenziale per l’uscita in edicola de ‘La Sicilia’, che tuttavia non sembra ci venga riconosciuto. Se poi siamo ritenuti non ‘necessari’, ci venga detto chiaramente e ognuno farà le proprie scelte. Ecco perché ci sentiamo costretti ad annunciare azioni di protesta”.

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