La sentenza della Corte di Appello di Napoli circa l’accusa di plagio fa esultare Roberto Saviano: “perseguitato per plagio: ho vinto la mia battaglia”. La società editrice Libra che gli ha intentato causa condannata a pagare lui e la Mondadori. E, quindi, continua Saviano, “una vittoria contro chi ha infangato il nome di Don Diana”. Sereni i lettori, ogni favola deve finire con il lieto fine, quindi i buoni vincono ed i cattivi perdono e andiamo avanti. Ma cosa dice la sentenza che pubblichiamo integralmente?: “in parziale accoglimento della domanda avanzata da Libra editrice società cooperativa a responsabilità limitata, condanna la società Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. e Roberto Saviano, in solido tra di loro, al pagamento in favore di Libra editrice società cooperativa a responsabilità limitata della somma complessiva di euro 6.000,00 (seimila), a titolo di danni patrimoniali, per l’illecita riproduzione nei brani del libro “Gomorra” (alle pagg. n. 72 e 73, 142 e 143) degli articoli “Il multilevel applicato al narcotraffico” e “ore 9: il padrino lascia la sua Secondigliano” entrambi pubblicati sul quotidiano “Cronache di Napoli del 17 settembre 2005, nonché per l’illecita riproduzione (alle pagg. 140, 141 e 262 del citato libro) in quanto priva dell’indicazione della fonte dell’articolo “Boss playboy, De Falco è il numero uno”, pubblicato dal quotidiano Corriere di Caserta del 17 gennaio 2005”.
Nessuna persecuzione, come d’altronde aveva già detto la Corte di Cassazione con la sentenza 12314 del 15 giugno 2015; il plagio ci fu, Roberto Saviano ha utilizzato articoli pubblicati su un giornale, copiandoli e non citando la fonte. La sconfitta appare evidente, almeno sotto il profilo morale, quello che dovrebbe maggiormente stare a cuore ai paladini della legalità. Una vittoria, certo, sotto il profilo patrimoniale, in quanto la Corte d’appello, seguendo le indicazioni della Cassazione, ha stabilito che non vi possa essere concorrenza effettiva tra un piccolo quotidiano locale ed un best seller nazionale pubblicato dalla maggiore casa editrice italiana, la Mondadori: differente il prodotto, differente il mercato di riferimento. La Corte di Appello di Napoli ha quindi stabilito che il risarcimento dovesse essere stabilito su criteri equitativi diversi, visto che la società editrice delle testata locali non ha avuto alcun lucro cessante. Ma gli articoli erano copiati, su questo non si discute.
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