La scure del Governo sta per abbattersi sulle Agenzie di Stampa. Lo si è ben compreso dalla risposta di Matteo Renzi all’interrogazione del deputato Ncd Pizzolante. “Siamo pronti a intervenire, a semplificare e anche a ridurre – ha affermato il capo dell’Esecutivo – con la concertazione, certo, con il massimo coinvolgimento degli interessati, perché riteniamo sia doveroso, ma riteniamo che l’attuale livello di finanziamento per l’editoria sia profondamente da rivedere”. Tradotto: ascolteremo, tutti ma poi procederemo coi tagli. Un atteggiamento inaccettabile che ancora una volta affronta la pur necessaria razionalizzazione del settore soltanto in termini di risparmi di cassa. Di fronte a questo stupiscono le dichiarazione del segretario uscente della FNSI che definisce “incoraggiante il metodo annunciato da Renzi”. La Asr che da tempo ha costituito un coordinamento dei Cdr delle Agenzie di Stampa e avanzato proposte sul riassetto del settore, chiede invece che si apra immediatamente il confronto col Governo partendo dal netto rifiuto a qualsiasi ridimensionamento dell’intervento pubblico senza prima un quadro preciso di riorganizzazione e rilancio. Va ricordato che le Agenzie di Stampa, fra redazioni e indotto dei collaboratori, occupano centinaia di giornalisti e che, soltanto nei primi sei mesi del 2014 l’Inpgi ha registrato la perdita di 650 posti di lavoro che portano il conteggio dell’ultimo quadriennio sopra quota 4000. Non c’è trattativa possibile se non si parte da un progetto complessivo di ristrutturazione in cui si mettano subito le carte in tavola: assetti proprietari, modelli di business, investimenti, occupazione, devono essere chiari e verificabili. Così come non è concepibile un processo di riorganizzazione, in questo la Fnsi ha ragione, che non sia cadenzato in un tempo congruo per portare a compimento tutti i passaggi. La Asr chiede alla Fnsi di convocare immediatamente i Cdr delle agenzie e le Associazioni di Stampa per arrivare al confronto con una proposta del sindacato che tuteli le professionalità e l’occupazione del settore. (www.stamparomana.it)