In serata interviene il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà. Prima dagli studi di ‘Porta a Porta’ sottolinea che gli interventi che il premier Monti ha in mente sono quelli ”certamente di competenza del governo”, compresi quelli sulla governance dell’azienda. Quindi più tardi chiarisce: ”Sulla Rai a ‘Porta a Porta’ ho parlato solo di ipotesi allo studio, anche in forma dubitativa su chi, tra governo e Parlamento, dovrà avere la competenza ad affrontare queste materie”.
La questione Rai comunque per il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto “non è problema del governo. Dopo la riforma del 1975, il rapporto è tra il Parlamento e la Rai. Non credo se ne debbano occupare i tecnici”.
Di segno opposto la visione del vicepresidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda, secondo il quale ”è difficile sostenere, come fa l’onorevole Cicchitto, che il governo italiano non debba occuparsi di un’azienda come la Rai che svolge un ruolo così strategico per la qualità della vita democratica e civile del Paese”. Zanda ricorda dunque che “il capitale della Rai è pubblico e il suo azionista è il ministro dell’Economia. Il governo designa il direttore generale e due consiglieri d’amministrazione della Rai, tra i quali – sottolinea – il presidente. Le leggi le fa il Parlamento. Ma sostenere, come fa l’onorevole Cicchitto, che sulla Rai il governo, che ne è l’azionista, non possa assumere iniziative è assolutamente improprio”, conclude Zanda.
Ma sulla stessa scia di Cicchitto è il capogruppo del Pdl in commissione di Vigilanza, Alessio Butti. “Il Pdl non si aspetta alcuna novità sulla Rai da parte del governo Monti perché non compete al governo occuparsi di Rai – commenta Butti all’Adnkronos – A meno che Monti non si riferisse a qualche novità sul canone o sul contratto di servizio. Perché altre competenze l’esecutivo non ne ha su Viale Mazzini”. “A Monti – aggiunge Butti – regaleremo un ‘bigino’ per ricordargli quali sono le competenze del governo. Fra l’altro ha sbagliato anche location per i suoi annunci, dal momento che era ospite proprio di una trasmissione Rai. Le competenze su qualsiasi riforma o cambiamento sulla Rai sono del Parlamento e quindi si procederà solo se il Parlamento troverà una strada. Il governo di Monti è tecnico, quindi il premier lasci perdere la Rai e si occupi di problemi economici”, conclude Butti.
Gli fa eco Gaetano Quagliariello. ”La questione Rai dovrebbe essere di assoluta prerogativa del Parlamento – afferma il vicepresidente dei senatori del Pdl a ‘Una domanda a…’, sul sito Ign/Adnkronos – Qui c’è una contraddizione del presidente Monti, il quale ha giustamente detto che sulla legge elettorale il governo si ritira. Se prende atto di quella che è la situazione della Rai e delle leggi che regolano il rapporto tra Rai e politica, dovrebbe fare la stessa cosa per quanto riguarda la Rai. Questo è un tema di discussione parlamentare su cui devono intervenire i partiti”.
Mentre il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, si rivolge a ”tutti coloro che hanno voglia di privatizzare la Rai”. ”Si vadano a leggere – dice – la legge vigente che consente la cessione di interi rami d’azienda. Se ci fosse la volontà politica, senza dover varare nuove norme, domani mattina si potrebbe avviare la procedura di vendita di intere reti Rai”. Per Gasparri ”sarebbe invece assurdo ipotizzare commissariamenti di una società per azioni che sta risanando i propri conti”.
Commenta le reazioni Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato. “Il Pdl non alzi polveroni inutili sulla Rai. L’intervento del presidente del Consiglio Mario Monti di ieri è stato ragionevole e cauto, tanto da non giustificare in alcun modo questa alzata di scudi da parte degli esponenti della destra, interessati con tutta evidenza ad evitare qualsiasi intervento sulla tv pubblica che modifichi l’attuale assetto. La Rai – prosegue Finocchiaro – è un’azienda pubblica, a capitale pubblico, e dunque è del tutto legittimo che il governo si esprima in merito a una questione così rilevante, che va affrontata e certamente discussa in Parlamento. L’unica cosa che non possiamo fare è lasciare che le cose rimangano così come sono”.
Il vice presidente della commissione di Vigilanza Rai, Giorgio Merlo, del Pd, dice di aver ”apprezzato l’approccio, concreto e equilibrato, del presidente Mario Monti nel sottolineare la necessità di una riforma della Rai nel suo complesso. Un intervento che si rende sempre più necessario per la credibilità stessa del servizio pubblico radiotelevisivo. Ma, per chiarezza – avverte – non voterò nessun provvedimento – proposto dal governo o dal centrosinistra o dal centrodestra – che ha come obiettivo la privatizzazione o, peggio ancora, il commissariamento della Rai”.
Secondo il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, da ministro dell’Economia Monti ha il dovere di intervenire. “Il governo Monti lavori da subito alla privatizzazione della Rai che non è più competitiva perché è diventata uno stipendificio senza utili e non riesce più a svolgere in maniera soddisfacente il servizio pubblico. Sbaglia chi dice che Monti non deve occuparsene – rimarca Bocchino – perché dimentica che il ministero dell’Economia è l’azionista della Rai e quindi ha il dovere di intervenire su una sua azienda che va male. Il tema della vendita della tv pubblica non deve essere una proposta propagandistica, ma va affrontato in modo serio per recuperare fondi ed eliminare i partiti dalla Rai”.
Sulla questione interviene anche l’Usigrai. “Riteniamo indispensabile che il governo Monti si occupi di Rai e plaudiamo all’annuncio del presidente del Consiglio – afferma in una nota il segretario Carlo Verna – Naturalmente con un’iniziativa legislativa, che in quanto tale sarà sottoposta al Parlamento. Davvero non capiamo allora quale possa essere il problema”. Secondo Verna è “profonda la riforma che occorre”, “da attuarsi in una dimensione rigorosamente pubblica: la privatizzazione sarebbe una soluzione banale e di svendita di Stato”. “Noi – prosegue – siamo favorevoli anche ad una normativa di transizione in grado di affidare urgentemente la Rai a personalità autorevoli, indipendenti e capaci. Non solo c’è assolutamente da intervenire, ma bisogna farlo al più presto, basterebbe anche una norma chiara ed efficace nel pacchetto denominato ‘Cresci Italia’. La Rai è un patrimonio e un bene comune di questo Paese ed è anche un’emergenza”, conclude Verna.
”Non credo ci sia un’urgenza ma la necessità probabilmente di procedere ad una riforma della governance aziendale. Ma non so se questo sia prerogativa di un governo tecnico. Mi sembra più materia del Parlamento” afferma all’Adnkronos il consigliere d’amministrazione della Rai Antonio Verro. “Non faccio dietrologia – aggiunge Verro – e quindi non vedo particolari significati nella parole dette ieri da Monti sulla Rai. In generale mi pare che intenda mettere la testa sulla Rai quando sarà risolta l’emergenza economica”.
“Non parteciperò ad un dibattito sul nulla – mette in chiaro il consigliere d’amministrazione della Rai Giorgio van Straten – perché il presidente del Consiglio ha fatto un’affermazione di tale genericità che francamente troverei offensivo e trovo offensivo nei confronti del premier aprire un dibattito. I dibattiti si fanno su proposte concrete. Ho visto infatti che ognuno dà un significato diverso alle parole di Monti. Non mi sembra un dibattito sensato”.
A parlare all’Adnkronos è anche il consigliere d’amministrazione della Rai Giovanna Bianchi Clerici. “Non spetta ad un consigliere d’amministrazione commentare le parole del premier sulla Rai – osserva – Mentre da cittadina e da ex parlamentare credo la materia Rai sia di competenza del Parlamento. E quindi credo abbiano fatto bene quegli esponenti politici che oggi hanno sottolineato che eventuali interventi sull’assetto del servizio pubblico rientrano nei poteri del Parlamento e non in quelli del governo”. (Adnkronos)
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