Per quanto concerne il finanziamento pubblico, Legnini ha ricordato che i grandi quotidiani da anni non sono più destinatari di agevolazioni dirette, mentre quelle postali sono state sospese nel 2010; resta solo l’agevolazione dell’IVA, che tuttavia non si estende ai prodotti editoriali on line. Inoltre, la contribuzione diretta, di cui beneficiano solo soggetti non lucrativi, si è drasticamente ridotta negli ultimi anni, per cui l’Italia è uno dei Paesi che spende meno per il sostegno all’editoria e per la tutela del pluralismo dell’informazione. Analoghe considerazioni riguardano la rete di distribuzione e vendita dei prodotti editoriali: le imprese hanno visto progressivamente ridursi la remuneratività, anche a causa della liberalizzazione dei punti vendita. Ne derivano difficoltà per tutta la filiera della distribuzione, in particolare nei piccoli centri e nelle periferie cittadine.
Il sottosegretario ha ricordato anche i processi di ristrutturazione delle agenzie di stampa, che dovrebbero essere sostenuti con incentivi mirati, e le difficoltà nell’attuazione delle misure introdotte nella scorsa legislatura in materia di equo compenso dei giornalisti.
Legnini si è soffermato quindi sul tema del diritto d’autore: l’evoluzione dei canali per l’accesso all’informazione e la diffusione dei prodotti digitali rende sempre meno adeguate le tutele approntate dalla legge vigente per i prodotti editoriali. In particolare, si pone il tema della tutela del diritto d’autore visto l’accesso sempre più diffuso ai motori di ricerca sul web.
Il sottosegretario ha preannunciato l’intento del Governo di intervenire per sostenere l’innovazione e la ristrutturazione delle imprese editoriali, anche attraverso forme di prepensionamento del personale, da accompagnare però con l’ingresso di maestranze più giovani. Inoltre, si dovranno sostenere le nuove imprese innovative, anche con incentivi fiscali per la diffusione dei contenuti digitali. Ulteriori interventi potranno riguardare la rete distributiva e di vendita, mentre da un accordo fra gli editori e i rappresentanti delle aziende che operano nel settore dei “motori di ricerca” potranno scaturire fonti di finanziamento per il comparto, con particolare riguardo alla sua innovazione.
In conclusione Legnini ha depositato un documento, contenente approfondimenti sui temi svolti nelle comunicazioni.
Maurizio Gasparri (PDL) ha auspicato un’iniziativa parlamentare diretta a orientare l’azione del Governo, anche attraverso una risoluzione da approvare in Commissione, che sottolinei l’opportunità di misure analoghe a quelle introdotte in altri Paesi europei, che hanno promosso accordi tra le imprese editoriali e quelle che operano nel settore dei “motori di ricerca” nel web.
Maurizio Migliavacca (PD) ha condiviso la proposta di Gasparri di un’iniziativa parlamentare tempestiva, in considerazione delle ricadute negative che la crisi del settore editoriale determina, non solo sull’economia e sull’occupazione, ma anche in termini di indebolimento del pluralismo dell’informazione. A tal fine, ha auspicato gli accordi già prefigurati con i principali motori di ricerca, ricalcando esperienze realizzate in altri Paesi, e una riconsiderazione dei meccanismi di distribuzione delle risorse pubbliche che privilegi la riconversione e l’innovazione delle imprese.
Benedetto Della Vedova (SCpI) ha evidenziato il rilievo che assume il mercato della pubblicità. In particolare, ha notato che la quota di pubblicità della carta stampata in Italia è più esigua rispetto a quella rilevata in altri Paesi, anche a causa delle caratteristiche del mercato pubblicitario.
Francesco Campanella (M5S) ha ribadito la contrarietà del suo Gruppo alle sovvenzioni a favore dei mezzi di informazione, ritenendo preferibile tutelare la loro indipendenza, salva l’attenzione alle ricadute occupazionali e sociali determinate dalla crisi del settore. Ha auspicato una riorganizzazione della disciplina del settore pubblicitario, con l’introduzione di limiti che assicurino una distribuzione dei proventi e il recupero di quote di mercato da parte dei quotidiani, e la conclusione di accordi tra editori e motori di ricerca, per assicurare una più equa distribuzione dei proventi
Giovanni Mauro (GAL) ha auspicato un’estensione dell’aliquota agevolata dell’IVA alle imprese editoriali on line e interventi che favoriscano l’iscrizione all’ordine dei giornalisti, nonché la depenalizzazione del reato di diffamazione a mezzo stampa, in considerazione della diffusione dell’editoria digitale. A suo avviso, il reperimento di fonti di finanziamento dell’editoria è di difficile realizzazione e forse anche sbagliato; al contrario, il Governo dovrebbe favorire la trasformazione del settore secondo le nuove tecnologie.
Il sottosegretario Legnini, intervenendo per la replica ha sottolineato l’opportunità di forme di tutela per i giornalisti e i poligrafici delle aziende in crisi. Ciò non impedisce al Governo di sostenere una trasformazione innovativa del settore, anche con l’estensione dell’agevolazione IVA, compatibilmente con il reperimento di adeguate fonti di finanziamento. Ha condiviso l’opportunità di un’iniziativa parlamentare che, unitamente all’intesa che potrà realizzarsi tra tutte le parti coinvolte, rafforzi l’orientamento del Governo e favorisca l’introduzione delle misure di sostegno necessarie, con uno o più interventi normativi.
La Commissione, su proposta del presidente Anna Finocchiaro (PD), ha deciso di richiedere al Presidente del Senato l’assegnazione di un affare sulle questioni inerenti alle misure di sostegno all’editoria, anche al fine di formulare in proposito una risoluzione della Commissione.
Relazione Legnini su editoria (I Senato 23 luglio 2013)
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