La Regione Piemonte promuove una web tax contro gli over the top

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La Regione Piemonte studia l’applicazione di una web tax per ottenere fondi coi quali ristorare le perdite patite dai commercianti dei negozi fisici in quest’ultimo scorcio di emergenza Covid.

La giunta regionale piemontese ha comunicato i numeri e le cifre del progetto di legge che si preannuncia interessante: in primo luogo si parla di un aumento standard delle aliquote che passerà dal 3% al 15% sui fatturati delle grandi piattaforme di e-commerce. Ma l’obiettivo della Regione sarà quello di portare la web tax a raddoppiare l’aliquota fino al 30% per gli incassi maturati durante l’emergenza Covid-19. E inoltre prevede un risarcimento dell’80% del fatturato del 2019 per i negozi sottoposti alle limitazioni dell’attività a causa dell’emergenza sanitaria.

La web tax sarà applicata, nel progetto di legge regionale, a quelle piattaforme che vantano ricavi almeno pari o superiori alla soglia dei 750 milioni. Insomma, la Regione Piemonte prova ad applicare una tassa contro gli over the top di internet. Insieme alla web tax, la Regione si impegnerà, da dicembre e fino a marzo prossimo, in una campagna di sensibilizzazione volta a promuovere presso i cittadini l’acquisto nei negozi di prossimità.

Il presidente Alberto Cirio ha dichiarato a proposito: “La ratio è semplice, ovvero far partire tutti dallo stesso punto, in uno scenario in cui l’e-commerce nei primi mesi di quest’anno ha fatto registrare +31% anche grazie al fatto che i negozi erano chiusi a causa del Covid”

Dunque ha aggiunto: “Si è creata una distorsione della libertà di concorrenza e dell’equilibrio del mercato. Mentre con la legge che propone il Piemonte entrerebbero nelle casse dello Stato 2,5 miliardi di euro, contro i circa 700 milioni previsti con l’aliquota attuale al 3%. Chiediamo che i ricavi della Web Tax Covid siano destinati interamente alle piccole attività commerciali, le botteghe artigiane, i nostri negozi di vicinato, colpiti duramente dalle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria. È una questione di giustizia economica e di rispetto della concorrenza”.

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