LA REDING MIRA ALLA DEREGOLAMENTAZIONE DELLA TELEFONIA MOBILE

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Grande attenzione per il progetto di regolamentazione delle telecomunicazioni contenuto nella proposta di direttiva del commissario Viviane Reding nella riunione della Commissione dell´11 novembre scorso. In Italia, in particolare, è stato posto l´accento sull´ipotesi di nuova Authority europea e sulla separazione della rete degli incumbent di telefonia fissa (per via delle sue notevoli implicazioni nel caso Telecom). Tuttavia c´è molto altro nel pacchetto di tlc varato da Bruxelles: la fine della regolamentazione in dieci mercati, a partire da quello della telefonia mobile. Vengono, infatti, lasciati intatti solo 7 mercati su 18. Spariscono dalla regolamentazione tutti i mercati al dettaglio, tranne quello relativo all´accesso nella telefonia fissa, che vedrà la fusione del primo e del secondo mercato della vecchia lista. Una situazione che Innocenzo Genna, presidente dell´Ecta (associazione europea degli operatori alternativi) ha definito “una deregolamentazione alquanto selvaggia, figlia di una logica politica più che di una analisi concreta” sottolineando che “quasi tutti i mercati eliminati come se fossero concorrenziali sono in realtà dominati”.
La manovra con cui il commissario all´Informazione e ai Media, Viviane Reding chiede di ampliare lo spettro della deregolamentazione anche alla telefonia mobile suscita preoccupazioni in Italia. Qui, Tim e Vodafone hanno aperto le porte nei mesi scorsi agli operatori virtuali. Molti accordi sono già stati fatti. Ma alla scadenza che potere contrattuale avranno gli operatori fissi (da Tiscali a Bt Albacom) che vogliono aggiungere alla loro offerta anche i servizi mobili? E Fastweb, che non ha ancora chiuso alcun accordo, rischia di trovare la strada sbarrata?

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