Il Festival di Sanremo ha alimentato polemiche infinite. In sintesi, il Governo accusa la dirigenza di non aver verificato i contenuti di un artista, Fedez, che avrebbe offeso un membro dell’esecutivo. A latere troppi temi ricorrenti della sinistra, l’omofobia, la tutela delle donne, compreso anche il diritto alla non maternità, il razzismo.
Onestamente queste accuse sono deboli e sterili per due ragioni. La prima è che chiedere di verificare i testi dei discorsi degli artisti significa introdurre una vera e propria censura, ancora più insopportabile se politica. La seconda è che quei temi che la sinistra reclama come suoi sono condivisi dalla grandissima parte degli italiani che, tra l’altro, vota a destra. Il vero argomento che nessuno affronta è che un’azienda che dovrebbe avere il suo ricavo tipico nella pubblicità sembra aver organizzato il più importante evento dell’anno per promuovere Chiara Ferragni, una influencer che vive di pubblicità, e una piattaforma digitale, Instagram, che, a sua volta, vende pubblicità. Gratis.
Il problema non sono i toni politici degli interventi, ma la poca attenzione della dirigenza per un tema di assoluta evidenza. Dirette Instagram fatte dal profilo del conduttore, probabilmente inconsapevole del valore dei follower, e della Ferragni, che sicuramente conosceva i benefici effetti economici sul suo conto corrente di queste performance. E, intanto, alla Rai tutti in silenzio, la pubblicità occulta è vietata, figuriamoci se non solo non è occulta ma danneggia il titolare del marchio. Per dirla alla Checco Zelone, ma sono del mestiere questi? Certo è molto più semplice occuparsi del coito simulato tra il marito della Ferragni e Rosa Chemical.
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