La Rai è in bolletta, ma la colpa sarebbe del Ministero.
Il cda ha dato un’intimazione di pagamento al dicastero dello Sviluppo chiedendo 1,2 mld di euro, per la dirigenza Rai il Ministero doveva aumentare il canone per far fronte alle spese, non facendolo si è reso complice e colpevole del disavanzo.
Si tratta della differenza tra le spese e l’incasso del canone nel periodo tra il 2004 e il 2010,
la morosità del Ministero ha costretto la Rai a coprire con gli introiti pubblicitari le attività di servizio pubblico.
Dopo circa sei anni è arrivato il tracollo ed ecco che il cda «mostra i muscoli», i soldi servono tutti e subito; la Rai ha bisogno di immediata liquidità per far fronte alle spese correnti e soddisfare i creditori, tra cui i produttori di fiction.
In caso di ulteriori dilazioni o ritardi sarebbe a rischio il contratto di servizio, il Dg Lorenza Lei ha soppresso i pagamenti delle forniture fino alla fine dell’anno, sarebbero in dubbio anche le tredicesime dei dipendenti.
Il cda è stato unanime nel sostenere l’iniziativa del Dg e anche l’Associazione dei dirigenti Rai, l’Adrai, si congratula col consiglio per l’iniziativa presa; rimane il dubbio sul perché Viale Mazzini abbia aspettato sei anni per farsi sentire.
Nel cda si è affrontato anche il problema Augusto Minzolini, indagato per peculato, e protagonista delle «rimostranze» del presidente della Camera, Gianfranco Fini.
Lorenza Lei si schiera decisa e nomina un legale per difendere gli interessi della Rai che potrebbe costituirsi parte civile.
Il presidente Rai, Paolo Garimberti, ha letto la lettera di Gianfranco Fini al dg e a Sergio Zavoli; se ne parlerà anche in Commissione Vigilanza e non si escludono prossimi provvedimenti a riguardo.
In consiglio c’è posto anche per la normale amministrazione: si è votato anche l’assetto organizzativo della direzione Intrattenimento che sarà divisa in tre strutture: una per il day time e il preserale, una per la prima e la seconda serata ed una per la sperimentazione di nuovi format.
Intanto è stata sospesa la serie Agrodolce, nulla di importante, ma attenzione, vale la pena di sottolineare che la soap viene cancellata nonostante la Regione Sicilia ci ha investito 25 mln di euro (la Rai deve metterne altri 21); per il produttore, la Einstein Multimendia si tratta di un «atto masochistico senza motivo».
«Lì per lì, all’apparenza, sarebbe un’ordinaria questione di sprechi Rai», ha commentato Francesco Specchia su Libero.
Egidio Negri.