Sta montando sul web la protesta contro l’iniziativa di far pagare il canone Rai a imprenditori e liberi professionisti che possiedono computer, tablet e anche smartphone con connessione a internet, tanto che su Twitter l’hashtag #raimerda ha conquistato la vetta della classifica dei Trending Topics (TT), gli argomenti di tendenza.
La denuncia era stata fatta nei giorni scorsi da Rete Imprese Italia ma evidentemente lo spot relativo a questo nuovo obbligo, trasmesso durante le cinque serate di Sanremo ha fatto crescere il dissenso.
“Come aiutare le Pmi italiane aggiungendo tasse senza senso…”; “Come può un Regio decreto del 1938 influenzare il mondo massmediale del ventunesimo secolo?”; “Se arriva in azienda la richiesta di pagamento del canone Rai, mi faccio prendere per pazzo. Questa è mafia”; “Già non guardo #raimerda in tv, secondo voi mi metto a guardarla sul computer?”. Sono solo alcuni dei tantissimi tweet che stanno affollando la Rete.
E c’è chi si appella al capo del governo: “Caro #Monti, visto che dici di voler fare le liberalizzazioni, chiudiamo la tv di stato risparmiamo un sacco di soldi”. Oltre alle alle riflessioni più serie, non manca l’ironia. “Ho l’orologio col quadrante digitale e coi numeri grossi, devo pagare il canone?”; “L’altro giorno ho visto un manifesto per una fiction Rai, devo pagare un canone per gli occhi?”.
Tra i tweet in questo flusso di discussione non mancano quelli che legano questo argomento a Sanremo (“il festival è stato lo specchio di una Rai non in grado di offrire una televisione di qualità”) e c’è chi ricorda che l’hashtag è nato nei giorni scorsi “a difesa degli One Direction a Sanremo” (in effetti facendo una ricerca ci sono tweet con lo stesso hashtag risalenti a qualche giorno fa).
L’allarme per il pagamento del canone Rai sui computer era stato lanciato nei giorni scorsi da Rete Imprese Italia – che lo ha definito “un balzello assurdo” – dopo che su milioni di aziende e liberi professionisti erano fioccate le richieste di pagamento. A far scattare le richieste della Rai, aveva spiegato l’organizzazione delle Pmi, una norma contenuta nel decreto salva Italia che obbliga le aziende a inserire nella dichiarazione dei redditi i canoni cui sono tenute.
In una lettera inviata a Monti e al ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, Rete Imprese ha sollecitato “l’esclusione da qualsiasi obbligo di corrispondere il canone in relazione al possesso di apparecchi che fungono da strumenti di lavoro per le aziende, quali computer, telefoni cellulari e strumenti similari”. Alla denuncia delle imprese si è poi aggiunta quella di politici bipartisan e associazioni dei consumatori.