La pirateria audiovisiva costa. E costa tantissimo all’intero settore dell’editoria, in ogni sua forma. Secondo l’indagine Ipsos lo scotto da pagare ai predoni del falso, che non sono certo – come vorrebbe certa vulgata deviante che si è sviluppata in internet – campioni di libertà ma autentici ladri, è pesante. Mancano ai conti 1,1 miliardi di euro. Ma non finisce qui. Perché il Pil sarebbe stato scosso dalle attività criminali di queste bande, facendo perdere all’intera economia nazionale almeno 500 milioni di euro.
Potrebbe già bastare così. Invece no: il contraccolpo economico si abbatte, in tutto il suo drammatico vigore sull’occupazione, facendo sparire ben 6mila posti di lavoro. Seimila famiglie che hanno perduto sostegno economico a causa dei ladri della pirateria.
Ipsos fa sapere inoltre che c’è stata una netta impennata del numero di pirati, che è salito fino al 40%. Gli atti illeciti, che nello stesso periodo del 2019 erano circa 69 milioni, sono arrivati a quota 243 milioni esattamente un anno dopo. Numeri impressionanti. L’impegno deve essere serio altrimenti nemmeno più i pirati avranno nulla da rubare.
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