Luigi Gubitosi e la nuova Rai: qualità dell’offerta, l’indipendenza editoriale e culturale, l’ammodernamento tecnologico, il ricambio generazionale e conti in ordine. E per il futuro «che ben venga qualsiasi miglioramento. Ma che si protegga anche l’indipendenza della tv pubblica».
Ma partiamo dall’inizio.
Gubitosi è stato nominato nuovo direttore generale della Rai il 17 luglio del 2012. Il cda di Viale Mazzini approvò con 8 voti favorevoli. Solo Antonio Verro, consigliere in quota Pdl, si astenne. Ed è il primo dg con un contratto a termine. Gubitosi percepirà 650 mila euro per 3 anni.
È bene precisare che il nome di Gubitosi fu proposto al consiglio da Mario Monti. Il Professore, pur non potendo fare nulla per cambiare la legge Gasparri, decise di intervenire sulla governance della tv pubblica. E propose al cda sia il nuovo dg, Gubitosi (che successe a Lorenza Lei). Ma anche il nuovo presidente, Anna Maria Tarantola (che prese il posto di Paolo Garimberti). Entrambi venivano dal mondo delle banche (perché a Viale Mazzini bisognava e bisogna ancora mettere i conti in ordine).
Ma veniamo al dunque.
Gubitosi, in un’intervista a l’Espresso ha fatto il punto dei primi 7 mesi in Rai. E il dg traccia anche le coordinate dirigenziali per il futuro della tv pubblica. La quale sarà sotto la guida del manager almeno fino al luglio del 2015.
«Da anni la Rai non ha investito in tecnologia e personale. La situazione era peggiore di quella percepita. Ma si tratta di una bella sfida. È buona anche l’interazione con la Tarantola e con l’ambiente. Ma manca l’indipendenza editoriale e culturale. Ciò perché la Rai è stata in gran parte eterodiretta dalla politica. Ora serve ordine, disciplina e investimenti nelle tecnologie digitali. Il servizio pubblico è ancora troppo indietro in tal senso. Ma ora abbiamo investito. A fine 2012 è toccato al Tg2 passare al digitale. Ora l’ammodernamento sta coinvolgendo tutta l’azienda. E a breve lanceremo una nuova applicazione del telecomando».
Gubitosi si è espresso anche riguardo le politiche del personale. Il dg ha anche evidenziato qualche “stortura” dovuta a «politiche di assunzione piuttosto originali». In base a ciò anche 600 pensionamenti non faranno diminuire l’organico totale. A tal proposito ecco la precisazione del manager napoletano: «Abbiamo varato un piano di pensionamenti per 600 persone. Ma dobbiamo stabilizzare 1500 dipendenti con contratti a tempo determinato. Ciò perché dagli anni novanta la Rai ha fatto da ammortizzatore sociale. E sono stati assunti tante persone, ma con contratti a termine per non far lievitare l’organico. E ora bisogna stabilizzarli».
Tuttavia l’auspicio è quello di un netto ricambio generazionale. «I due terzi dei giornalisti ha più di 50 anni. Oltre il 95% è sopra i 40. Manca la gioventù, i nativi digitali. È necessario un rinnovamento generale. Per questo abbiamo reinserito l’apprendistato, necessario per le nuove assunzioni».
Gubitosi è anche sensibile ad una riqualificazione del ruolo della donna in tv. «Abbiamo nominato Eleonora Andreatta alla guida di Rai Fiction per ammodernare la figura della donna nelle produzioni: non solo mamme, suore e maestre».
Il dg è deciso anche sul ridimensionamento dei costi strutturali, dal numero dei dirigenti agli appalti esterni. «Abbiamo già nominato 12 vicedirettori di rete. Prima ne erano 15. Inoltre sono stati tutti scelti dai rispettivi direttori. E il cda ha approvato all’unanimità tali scelte. Per quanto riguarda i costi di produzione, nel 2012 abbiamo risparmiato 20 milioni di euro. Ci siamo riuscito ottimizzando le risorse interne e riducendo gli appalti esterni. Ad esempio Sanremo è stato quasi tutto autoprodotto, e anche con meno persone rispetto al 2011: da 488 a 415. E poi anche l’attività dei 4 centri di produzione di Milano, Torino, Napoli e Roma va razionalizzata e diversificata. Per evitare il sovraffollamento di uno e la non utilizzazione di un altro. E poi l’organizzazione sarà semplificata. Taglieremo il numero delle direzioni, attualmente 48, di almeno una quindicina».
A proposito dell’approvazione del bilancio del 2012, Gubitosi anticipa che avverrà il 27 marzo. E che si sarà un “rosso” di 200 milioni. «La raccolta pubblicitaria è scesa a 745 milioni rispetto ai 965 del 2011. Ciò è dovuto alla crisi generale. Ma anche ad una Sipra [la concessionaria della pubblicità della Rai, ndr] troppo burocratica e distante dall’azienda». Infatti una delle prime mosse di Gubitosi è stata il ricambio dirigenziale della società che raccoglie spot per la tv pubblica.
Non si possono ignorare i risultati elettorali e l’ascesa dei Movimento 5 Stelle. Il partito di Bebbe Grillo vorrebbe rivoluzionare totalmente la struttura della Rai. Ad esempio la vendita di alcune reti, la presenza di un canale tutto finanziato dal canone e la modifica della governance.
Gubitosi è politicamente corretto: «Ben venga qualsiasi miglioramento. Ma che si protegga anche l’indipendenza della tv pubblica».
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