Come è regolata in Francia la materia delle intercettazioni? La normativa di riferimento è la legge 646/1991, che ha modificato il codice di procedura penale. Viene fatta una chiara distinzione tra le intercettazioni giudiziarie e le intercettazioni di sicurezza. Le prime possono essere autorizzate solo dal giudice responsabile dell’istruttoria, mentre le seconde, di competenza del Governo, sono ammissibili solo a protezione della sicurezza nazionale. Le intercettazioni giudiziarie non sono utilizzabili per i delitti che prevedono una pena inferiore ai due anni.
La durata delle intercettazioni è di 4 mesi, ma, come nel Regno Unito, sono ammesse proroghe. L’autorizzazione, in entrambi i casi descritti, deve contenere i motivi per i quali l’intercettazione risulta fondamentale nell’indagine. Per quanto riguarda le intercettazioni autorizzate dal giudice, un controllo in merito viene svolto dalla Delegazione delle intercettazioni giudiziarie, un organo ausiliario del Ministero della Giustizia. La Commissione nazionale di controllo verifica i contenuti delle intercettazioni di sicurezza, onde evitare comportamenti scorretti da parte del Governo.
L’ordinamento francese tutela con rigore il diritto alla privacy: il contenuto delle intercettazioni non può essere svelato durante il periodo dell’istruttoria. Le registrazioni vengono trasmesse solo ai soggetti coinvolti nel processo. La 646/1991 pone dei limiti in relazione a determinate categorie. I parlamentari possono essere oggetto di intercettazioni solo se il giudice ottiene un permesso da parte del Presidente dell’Assemblea. La disciplina è similare per i magistrati: i giudici devono informare il procuratore generale della giurisdizione competente, prima di procedere alla ricerca delle prove.