La Lega vuole vederci chiaro sulle spese che la Rai sostiene per inviati e giornalisti. Sullo sfondo c’è il caso Botteri, cioé la scelta da parte della rete di affidare i servizi sul bambino marocchino rimasto intrappolato in un pozzo, in cui ha purtroppo perso la vita, alla inviata da Parigi anziché a uno dei tre giornalisti Rai inviati nel continente africani. La rappresentanza leghista, inoltre, “benedice” la scelta di affidare a una società esterna l’analisi dei costi sostenuti dall’azienda. Perché, come già sottolineato all’indomani delle dichiarazioni in merito dell’amministratore delegato Carlo Fuortes, per la Lega è meglio tagliare le spese che aumentare il canone Rai. Fuortes, invece, lo ha già definito da tempo “inadeguato” alle esigenze della tv di Stato.
Ad annunciare l’impegno sul fronte anti-sprechi è il capogruppo Lega in Commissione vigilanza Rai, Massimiliano Capitanio. In una nota pubblicata sui social, Capitanio ha affermato. “È da tempo che la Lega conduce una battaglia contro sprechi e spese anomale in Rai. Per questo ci siamo opposti (vincendo la partita) a qualsiasi ipotesi di aumento del canone. La nostra tv di Stato non è una agenzia di viaggi, non è un club di giornalisti privilegiati, non è una giungla dove il capriccio e il vezzo schiacciano etica e buonsenso”. Quindi ha spiegato., “Nonostante la presenza di tre inviati Rai in Africa, il recente servizio del Tg3 sulla tragedia del bambino caduto nel pozzo in Marocco è stato affidato a Giovanna Botteri, attuale corrispondente da Parigi”, fanno notare da Striscia. E Pinuccio, sarcastico, commenta. ‘Si vede che la Botteri ha un contratto particolare. E si occupa dei posti in cui si parla francese’”.
Proprio Striscia la Notizia, in un’altra occasione, aveva sottolineato come la Rai avrebbe riutilizzato immagini provenienti da altre testate per confezionare un servizio. In particolar modo, quello sulla liberazione dello studente Patrick Zaki in Egitto. E anche in quell’occasione, era insorta la Lega chiedendo lumi e di fare chiarezza su costi e spese sostenute. E, soprattutto, sulla loro effettiva utilità. Il braccio di ferro, dunque, è servito. E non accenna a placarsi.
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