Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti richiama tutti all’ordine e chiede alle testate di evitare che il racconto della guerra in Ucraina si trasformi in uno “show dell’orrore”. L’appello del Cnog, presieduto da Carlo Bartoli, è indirizzato principalmente ai direttori “delle grandi testate, in particolare quelle televisive”. E sembra far seguito ai numerosi esposti e appelli sollevatisi nelle scorse settimane contro la crudezza delle immagini trasmesse dai teatri della guerra.
In una nota, il Cnog ha fatto appello a deontologia e valori. “Abbiamo più volte ribadito la necessità e l’importanza di raccontare i fatti della guerra senza censure, ma con umanità e professionalità, evitando di cadere nello show dell’orrore. Le norme deontologiche dei giornalisti indicano un percorso preciso: verità sostanziale dei fatti, nei limiti del possibile e delle fonti, e continenza nel linguaggio e nell’uso delle immagini”. Parole che hanno un significato netto e vanno comprese specialmente, secondo il Cnog, da chi ha importati responsabilità alla guida dei media più seguiti del Paese.
Il consiglio nazionale dell’Ordine ha infatti messo nero su bianco le sue “direttive” a cui attenersi per il racconto della tragedia della guerra in Ucraina. “Richiamiamo soprattutto i direttori delle grandi testate, in particolare quelle televisive, ad un uso rispettoso e responsabile dei video e delle riprese, per il racconto del conflitto in Ucraina. E’ soprattutto in momenti come questi che dobbiamo riscoprire la nostra professione come un servizio da svolgere in modo attento e rigoroso”.
Il tema della guerra in Ucraina è drammatico e ha aperto nel mondo dell’informazione un vero e proprio “fronte” a sé. Il racconto della tragedia che colpisce l’Europa è decisivo e fondamentale perché i cittadini abbiano un’idea formata in maniera corretta su cause, effetti e conseguenze del conflitto. Ma occorre, secondo il Cnog e numerosi osservatori delle varie authorities e associazioni, tutelare anche le necessità e le esigenze dei minori. Che siano quelli che sono direttamente afflitti dal conflitto, a cui bisogna estendere garanzie e tutele già previste dalle carte fondamentali, tra cui quella di Treviso. O che siano i ragazzi che ogni sera vengono raggiunti dalle immagini sanguinose che arrivano dagli scenari di guerra.
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