La Francia potrebbe presto seguire l’esempio della Cina e dotarsi di un sistema di blocco dei siti internet centralizzato. Si tratta di un ‘DNS nazionale’ con la funzione di aggregare la lista dei nomi di dominio e delle URL da sottoporre a misure di blocco da parte dei fornitori di accesso. Lo si apprende dal documento di bilancio 2010 redatto dal CGIET (Consiglio generale dell’industria, dell’energia e delle tecnologie). Il documento evidenzia che «la problematica del blocco dei siti internet è generale e deve essere considerata alla luce della probabile proroga delle esigenze di blocco dei siti web da parte dell’amministrazione».
Quattro gli scenari presentati, di cui il più elaborato prevede «l’implementazione di un’entità specifica dai contorni ancora da definire che potrebbe gestire gli elenchi dei siti da bloccare; agire come Domain Name System (DNS) aggiornando l’elenco dei siti da bloccare per i provider di servizi internet che non gestiscono questa funzione o addirittura amministrare il routing di rete, intervenendo sul protocollo BGP per i fornitori di accesso e agire da schermo nel caso di richieste di filtraggio di pagine internet».
Lo scopo di questa soluzione, secondo i membri del CGIET, è di ridurre i costi in capo ai provider internet, evitando errori ed eccessi ed offrendo una soluzione globale: gli ISP non dovrebbero più preoccuparsi di nulla, essendo compito dello Stato gestire dalla A alla Z gli elenchi dei siti da bloccare.
Secondo Benoît Tabaka, direttore degli affari giuridici di PriceMinister, il CGIET sta pensando a ricalcare il ‘Great Firewall’ cinese: un mezzo di censura tra i più sofisticati al mondo basato su un sistema di ‘ispezione’ del traffico http volto a determinare la presenza di determinate parole o espressioni invise al governo. E lo scenario si potrebbe concretizzare più presto di quanto si pensi visto che «un progetto di decreto in questo senso è in preparazione», si legge ancora nel documento del CGIET.
Alberto De Bellis