La Fnsi emana una circolare, a firma del segretario generale Franco Siddi indirizzata ai comitati di redazione, alle strutture sindacali regionali di categoria, a Inpgi, Casagit, Fondo pensione complementare e a tutti i giornalisti per invitare le redazioni a vigilare sull’utilizzo dei pensionati in redazione e sugli abusi nei casi di cassa integrazione straordinaria (Cigs) e contratti di solidarietà. “La situazione di difficoltà per l’occupazione giornalistica è nota a tutti – scrive il sindacato dei giornalisti – i piani di riorganizzazione e ristrutturazione con proposte di riduzione di organico continuano ad arrivare sul tavolo del confronto sindacale senza soluzioni di continuità. E’ di tutta evidenza che non si possono accettare tagli di posti di lavoro giornalistici senza verificare compatibilità organizzative, di elaborazione all’edizione quotidiana delle notizie e dei commenti sui nostri media”.
Il prepensionamento “è uno dei canali più sfruttati per alleggerire la tensione sociale – prosegue – lo stesso modo funziona, nelle ricadute sociali, qualche progetto di esodo anticipato verso la scelta libera della pensione. In entrambi i casi, spesso, i colleghi pensionati stabiliscono rapporti di prosecuzione di una qualche forma espressiva dell’attività professionale, coerente con la natura di una professione che non si smette mai di praticare. Sempre di più però, stando a diverse segnalazioni critiche e evidenze pubblicamente trasparenti nella lettura quotidiana dei giornali, capita che colleghi a qualsiasi titolo collocati in quiescenza appaiano ordinariamente e continuativamente a lavoro nella stessa testata rispetto alla quale avevano dichiarato cessata l`attività, conseguendo così il diritto a ricevere l’assegno di pensione”.
Ciò crea ulteriori tensioni sociali e determina danni reali al sistema di protezione previdenziale di tutta la categoria – aggiunge la Fnsi – chiunque svolga un lavoro assimilabile a una prestazione subordinata, per continuità, per incarico gerarchicamente ricevuto, per attività in redazione o all’esterno ma con chiaro collegamento organico con la redazione, deve essere reiscritto alla gestione principale dell`Inpgi e assoggettato alle regole sui limiti di cumulo previsti dall’istituto”. “Di conseguenza, in occasione dell’esame di piani di riorganizzazione che contengono proposte di riduzione dell’organico – ricorda la Fnsi – gli organismi sindacali, a cominciare dai Cdr, sono vivamente pregati di far osservare che i presunti esuberi richiesti dall’azienda vanno immediatamente ridotti di un numero pari ai colleghi pensionati occupati irregolarmente, ma evidentemente non ritenuti soprannumero. Non solo: è opportuno segnalarli all’Inpgi (ma è bene anche al sindacato regionale e nazionale) perché si possa procedere alla verifica e al recupero dei contributi omessi e dovuti per tutti questi casi. Analogo rigore va posto nella attuazione dei piani di cassaintegrazione e nei contratti di solidarietà”.
“Circolano notizie di colleghi chiamati a lavorare nei giorni in cui figurerebbero in cassintegrazione o in riduzione di orario per il contratto di solidarietà – conclude – ciò è illegale, espone a rischi chi accetta questa condizione, è un abuso intollerabile. La professione tutta, non può accettare queste violazioni e il sindacato, quando informato di situazioni irregolari di questo tipo, ha cominciato a presentare gli esposti alle autorità competenti. I giornalisti, che con l’Inpgi pagano i costi sociali, non possono essere complici di operazioni spregiudicate e illegali che vanno in danno di tutti. Anche di chi, in buona fede, pensa di rendersi utile così a salvare il proprio posto di lavoro o a preservare il futuro dell`attività della propria azienda”.
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