La mobilitazione della Fnsi per l’informazione sui giornali. Una lettera-appello dal sindacato dei giornalisti è stata inviata (e pubblicata) ai maggiori quotidiani nazionali. La Fnsi ha chiesto al governo Draghi e al parlamento di mettersi in moto per “salvare l’informazione”. Il cui stato di salute pare, secondo l’analisi del sindacato, a un passo dalla morte.
Il sindacato, che è già sceso in piazza e già ha ribadito la sua posizione sul tema, ha affidato a una lunga e accorata missiva il messaggio. L’obiettivo è “salvare l’informazione”. E nella lettera, sintetizzata da una nota, la Fnsi ha scritto. “Il diritto dei cittadini a essere informati è sotto attacco. I giornalisti sono nel mirino di organizzazioni criminale e neofasciste. Vengono quotidianamente intimiditi, minacciati, picchiati per via del loro lavoro. Una crisi senza precedenti mette in ginocchio il settore dell’editoria. L’occupazione è sempre più precaria. Migliaia di giornalisti sono costretti a lavorare senza diritti, senza tutele e con retribuzioni indegne di un Paese civile”.
Secondo la Fnsi, l’informazione è al bivio. Tra la vita o la morte. E dunque. “Governo e Parlamento dimenticano l’articolo 21 della Costituzione. Non vogliono fermare le querele bavaglio. Non vogliono norme per l’equo compenso e per contrastare il precariato”. Quindi il tema più dolente dell’intera vicenda. Cioé il nodo Inpgi. “Lasciar affondare l’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani significa dare il via allo smantellamento progressivo dell’autonomia e del pluralismo dell’informazione, pilastro di ogni democrazia. Governo e Parlamento non lascino morire l’informazione italiana”.
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