A rendere difficile il dialogo è la questione della tracciabilità e della veridicità delle recensioni: nella sostanza “regolari” per TripAdvisor, false per almeno un caso su 3 secondo le ricerche di Fipe e Italia a Tavola. E ciò senza considerare il tema della tracciabilità e della paternità di questi commenti vergognosamente anonimi…
Ma vediamo i fatti. Dopo l’annuncio nelle scorse settimane a Firenze della discesa in campo della Fipe contro i tarocchi di TripAdvisor e altri portali simili, il colosso del web aveva chiesto un incontro col sindacato. E così giovedì a Milano, nella sala delle Rose dell’Unione del commercio, il vertice della Fipe – il presidente Lino Stoppani, il vicepresidente vicario Aldo Cursano e il direttore Marcello Fiore – ha incontrato quello di TripAdvisor Europa – la vice presidente marketing Europa Alison Copus, la responsabile business e trade Stephanie Boyle regional sales manager Daniele Di Bella (nella foto a destra, in basso) e il portavoce Italia Lorenzo Brufani -. Un appuntamento programmato per cercare di uscire da una situazione sempre più sgradevole per la ristorazione italiana, di fatto alla mercé di qualunque ricatto o diffamazione nel pieno anonimato. Proprio in attesa di questa riunione il sindacato aveva rallentato le sue iniziative, per verificare la volontà del gruppo americano di dare risposte concrete in termini di trasparenza e veridicità. Di fatto la Fipe aveva mantenuto un’apertura di credito in attesa di ottenere delle modifiche rispetto a quelle che, dice il vicepresidente vicario della Fipe, Aldo Cursano, «sono vere e proprie distorsioni e ai ricatti e alle estorsioni di chi usa la piattaforma di TripAdvisor per azioni piratesche criminali. Noi rappresentiamo un’esigenza di libertà aziendale che viene dal basso e volevamo delle risposte certe».
Ma al di là dei convenevoli e delle comuni considerazioni sulle prospettive di un mercato che si sta sviluppando in modo enorme – e dove TripAdvisor e altri siti simili (se ben gestiti) potrebbero avere un ruolo fondamentale ed utile a ristoratori e consumatori – non c’è stato alcun risultato positivo. «Il coinvolgimento sempre più pesante di Facebook nel rilanciare i commenti taroccati di TripAdvisor – aggiunge Cursano – sta facendo esplodere una situazione già oggi insopportabile, ma questo sembra non essere ben percepito dai dirigenti di TripAdvisor, che continuano a rimarcare l’esistenza di filtri e controlli che garantirebbero un lavoro in regola…».
Su queste basi il dialogo è ovviamente molto difficile, anche se TripAdvisor, attraverso il portavoce Lorenzo Brufani, mostra grande ottimismo: «L’incontro – dice Brufani – è stato senz’altro positivo. Colgo l’occasione per ringraziare il presidente di Fipe per l’opportunità che ha dato sia a TripAdvisor che alla Federazione stessa per un confronto proficuo. La presenza di Alison Copus, ha confermato l’interesse da parte del portale nell’instaurare un rapporto costruttivo con la Fipe. L’incontro che c’è stato ha posto le basi, confermando l’intenzione di rivederci nuovamente per portare avanti iniziative concrete. Due sono i principali obiettivi comuni emersi nel corso della riunione: da un lato, l’importanza di istruire e di spiegare meglio ai ristoratori il funzionamento di TripAdvisor, in modo che possano utilizzare e sfruttare tutti i servizi offerti con una conoscenza e una consapevolezza maggiori; dall’altro, la “tolleranza zero” e la lotta senza quartiere alle recensioni false. Sono già stati rilevati alcuni casi, pochi, e la lotta andrà avanti per difendere la genuinità delle recensioni. L’incontro con Fipe ha posto quindi le basi per una collaborazione, e noi di TripAdvisor siamo ottimisti».
Ed è proprio sulla volontà di TripAdvisor di cercare di limitare l’area delle truffe (ridotte a casi isolati) e sulla presunzione di dover “istruire” i ristoratori che probabilmente non ci potrà essere dialogo, e quel che si preannunciano sono dure battaglie legali. «Noi abbiamo svelato il mercato criminale che sta dietro questi portali – aggiunge Cursano – e se i gestori non modificano il modello che sta dietro, non ci può essere dialogo… Noi rappresentiamo un’economia reale che è danneggiata al pari della cultura dell’ospitalità e della Cucina italiana e che non può piegarsi all’infrazione delle regole commesse dal business del virtuale. Siamo di fronte a reati perseguibili a norma di legge e andremo avanti sul piano giudiziario se non avvengono cambiamenti sostanziali».
Parole che segnano distanza e rottura, anche perché di fronte alla difesa dell’anonimato come tutela della privacy non ci può essere dialogo per la Fipe, che chiede tracciabilità e profili certi (con attestazioni dei consumi fatti) per dare veramente valore aggiunto ai giudizi, fondamentali, dei consumatori. Registrazione preventiva, fruizione del servizio e controllo della veridicità sono punti su cui non si può recedere. E che dire poi dell’idea di TripAdvisor (che si è vista respinta al mittente la proposta di una convenzione con la Fipe, come fatto con gli albergatori di Confindustria) di “premiare i recensori”? Su questo tema il presidente Fipe, Lino Stoppani, ha detto senza mezzi termini che ogni confronto è impossibile. «Il prerequisito sarebbe che le recensioni fossero vere, a TripAdvisor interessa invece che un singolo anonimo ne faccia tante… Come la mettiamo con la qualità o la professionalità di certi locali che, assolutamente senza preparazione o esperienza, a pochi giorni dall’apertura si trovano in testa alle classifiche?».
Una cosa è comunque certa. Il tema delle recensioni false e anonime è ormai ai primi posti nell’agenda del sindacato, che stavolta non sembra disposto a lasciare la presa. La discussione, come si dice, è aperta, ma i segnali di distensione sono davvero pochi…
Luana Lo Masto
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