Spiegel analizza la crisi dell’editoria in Germania ed ipotizza scenari drammatici se non si riesce a trovare nuovi modelli di business. L’anno 2043 sarà quello in cui ci sarà l’ultimo giornale stampato. Lo ha predetto Philip Meyer, nel suo libro “The Vanishing Newspaper”, che è stato pubblicato nel 2004 – prima di Facebook e prima della crisi finanziaria, e del calo di raccolta pubblicitaria che ha affossato l’editoria internazionale.
Il primo dato è numerico. Negli ultimi dieci anni, i giornali tedeschi hanno perso un lettore su cinque, la distribuzione annua è scesa da 30 milioni a meno di 24 milioni di euro, l’edizione di “Vogue” è sceso lo scorso anno del 11,4, il 7.2, “Brigitte” di cento. SPIEGEL e “Star” sembrano relativamente stabili ed i quotidiani nazionali hanno sofferto per raggiungere risultati almeno apprezzabili. Tutto questo si spiega solo con Internet?
Il secondo indicatore è la raccolta pubblicitaria , perché è il modo in cui i giornali guadagnano si finanziano. Anche in questo caso, ci sono i forti ribassi sui giornali internazionali. Nel periodo 2000-2009 sono stati persi più di due miliardi di euro di introiti.
Il terzo fattore è l’età del lettore, perché illustra i cambiamenti nel comportamento dei media sarà fondamentale nei prossimi anni. Il lettore medio di un giornale nel 2008 era poco più che 50 enni, solo il quattro per cento delle persone fino a 20 anni legge un quotidiano nazionale. Sono quindi tutti su Internet?
Il problema è che il modello di business di stampa è al collasso, ma non è ancora chiaro come si può guadagnare su internet. Allora, qual è la soluzione? Al momento non sembra essercene una in grado di risollevare economicamente il sistema. Ed il web mon può essere il modello sostitutivo della carta, ma può essere, almeno per il momento, complementare ad essa.
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