Con una breve lettera ai lettori e gli autori la casa editrice Meltemi lancia un appassionato appello per segnalare le sue difficoltà economiche che stanno mettendo in discussione la stessa esistenza di Meltemi. Per questo chiede ai lettori e agli autori di partecipare a una sottoscrizione attraverso l’acquisto di libri che potrebbe garantire la possibilità di acquisire il tempo necessario per trovare una via d’uscita alla sua crisi.
L’appello è apparso nel sito Internet della Meltemi (www.meletemieditore.it) e nel giro di poche ore sono arrivate le prime adesioni alla sottoscrizione da parte di lettori, autori e di docenti universitari di quelle discipline del sapere che la casa editrice romana ha privilegiato nel suo catalogo.
E così a poche ore dall’inizio di «Più libri più liberi», la fiera romana dedicata alla piccola editoria che si tiene al Palazzo dei Congressi giunta alla settima edizione, l’appello della Meltemi svela le difficoltà che l’editoria di qualità vive nel nostro paese. Da una parte la crisi economica, il cui primo effetto è spesso la riduzione dei consumi culturali, dall’altra una modificazione del mercato editoriale che vede consolidarsi una concentrazione oligopolista nella produzione di libri, ma anche un meccanismo nella distribuzione e nella vendita che privilegia i grandi gruppi editoriali a scapito di quelli piccoli. E che così facendo valorizza solo autori mainstream. La passione per scoprire nuovi autori e percorrere sentieri poco battuti sono invece le caratteristiche della Meltemi, a cui se ne è aggiunta un’altra: la pubblicazione di testi e di autori non italiani che rappresentano punti di vista e elaborazioni innovativi all’interno di discipline quali l’antropologia, i cultural studies, i media studies.Così nel suo catalogo si possono trovano autori come Gayatri Chakravorty Spivak, Roberi Youg, Homi Bhabha,Valentin Y. Mudimbe, Arjun Appadu-rai, Dipesh Chakrabarty, Achille Mbembe, Jacques Ranciere, Paul Gi-Iroy. Accanto a questi autori, la casa editrice romana ha aperto le porte della sua redazione a studiosi italiani «debuttanti» o «eccentrici» rispetto l’accademia. Scelte coraggiose che hanno tuttavia visto una gestione oculata dei propri bilanci.
In altri termini, Meltemi è una casa editrice di qualità che è stata sempre gestita per mantenere la sua indipendenza. Ma quando alla concentrazione oligopolista si aggiunge la crisi economica che modifica l’accesso al credito, la situazione può diventare difficile da gestire. E così chiede al suo pubblico di aiutarla, acquistando direttamente libri come forma di sottoscrizione. Per potere avere il tempo necessario per riordinare le idee e fronteggiare la crisi. Senza rinunciare a nessuna delle sue caratteristiche, dall’indipendenza alla ricerca di testi di qualità. (Dalla rassegna stampa ccestudio.it)
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