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La Corte Europea conferma la multa da 4 mld a Google

La Corte Europea conferma la multa comminata a Google ma lo sconto richiesto dal gigante del web non va il cinque per cento su un totale di oltre quattro miliardi di euro. La delusione del colosso di Mountain View davanti alla fermezza con la quale i giudici dell’Ue hanno confermato la maxi sanzione per aver ridotto la concorrenza con il sistema Android. La multa è stata “scontata” del 5 per cento, dunque Google dovrà pagare non più 4,3 miliardi ma 4,1 miliardi di euro. Per i vertici della società che gestisce il motore di ricerca è deludente che “la Corte non abbia annullato integralmente la decisione. Android ha creato più scelta per tutti, non meno, e supporta migliaia di aziende di successo in Europa e nel mondo”.

La decisione conferma la condanna anti-trust per abuso di posizione dominante emessa nel 2018, per una procedura iniziata tre anni prima, cioé nel 2015. Nel mirino dei giudici comunitari la volontà di Google di imporre ai produttori di telefonini di pre-installare le applicazioni di ricerca (Google Search) e di navigazione (Chrome) per avere la licenza operativa del suo portale di vendita (Play Store), subordinare la concessione delle licenze operative su Google Search e Play Store “all’impegno a non vendere dispositivi con versioni del sistema operativo Android senza l’approvazione di Google”. E dunque “subordinare il rimborso di parte degli introiti pubblicitari ai produttori di dispositivi mobili e agli operatori di reti mobili all’impegno a rinunciare alla preinstallazione di un servizio di ricerca generica concorrente su un portafoglio predeterminato di dispositivi”.

“Il Tribunale – ha dichiarato la Corte di Giustizia europea, – conferma in larga parte la decisione della Commissione secondo cui Google ha imposto restrizioni illegittime ai produttori di dispositivi mobili Android e agli operatori di rete mobile al fine di consolidare la posizione dominante del suo motore di ricerca. La Corte ha inoltre rimarcato di concordare ampiamente con la decisione della Commissione mobile, aggiungendo tuttavia che il suo ragionamento differisce per alcuni aspetti da quello della Commissione. Per meglio riflettere la gravità e la durata dell’infrazione”.

Luca Esposito

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