La corsa al rialzo della carta rischia di travolgere (tutta) l’economia

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I rincari della carta fanno preoccupare non solo gli editori ma anche le catene della grande distribuzione. Le stime parlano di aumenti fino a quasi un terzo rispetto a un anno fa. Costi insostenibili già di per sé a cui vanno uniti quelli, maggiori, che dovranno essere affrontati per sostenere le spese di energia e gas. Ma l’incubo vero è legato a un’altra circostanza che va materializzandosi di giorno in giorno. La disponibilità della materia prima, sempre meno ampia. Non c’è carta. A rischio c’è la tenuta dell’economia del Paese e l’editoria non fa, purtroppo eccezione.

Il Sole 24 Ore ha dato conto delle stime presentate, in una nota, dalla catena de Il Gigante, azienda leader nel settore della distribuzione alimentare. Nell’analisi degli aumenti, il consigliere d’amministrazione Giorgio Perizza ha quantificato il rincaro di carta e cartone in un valore che supera il 30%. E, rispetto ad altre materie prime, va ancora bene considerando che, sempre secondo i dati riferiti da Perizza, va (molto) peggio per il vetro, rincarato del 40 per cento, e per la plastica il cui costo sarebbe lievitato addirittura del 70%.

Non è solo il problema degli aumenti, per quanto riguarda la carta. Ma l’emergenza che sta iniziando a profilarsi all’orizzonte riguarda la disponibilità stessa della materia prima. Se ne trova sempre di meno e a prezzi sempre più alti. Una situazione che potrebbe complicare, una volta di più, lo scenario in cui si trovano a “combattere” gli editori. Specialmente quelli più piccoli che dovranno affrontare la concorrenza tanto dei colleghi più “grandi” quanto degli altri settori economici, legati specialmente al commercio. La domanda di carta resta invariata (e alta anche perché legata alle misure per limitare l’uso di plastica) e i prezzi rischiano di schizzare alle stelle.

Per quanto riguarda l’editoria, segnatamente quella legata al libro, si assiste a un paradosso. Che sarebbe grottesco. L’editoria italiana cresce a ritmi sostenutissimi (quantificati in un volume pari al 16%), trascinata com’è dal boom del fumetto, ma rischia il tracollo lo stesso. E infatti il presidente dell’Aie Ricardo Franco Levi ha voluto sottolineare che il pericolo è dietro l’angolo e si nasconde nelle pieghe dei dati lusinghieri che fanno dell’Italia, oggi, la sesta editoria del mondo. “Il libro conferma la sua centralità ma il settore è in attesa di una legge di sistema. Non mancano forti criticità, come il prezzo e la disponibilità della carta che rappresenta una vera e propria emergenza, senza trascurare la diffusione della pirateria e le incertezze legate alla ripresa economica, connesse a loro volta alla capacità di resistenza della catena logistica”.

La necessità per gli editori, dunque, è quella di resistere. Di trovare nuove strade per tentare di sopravvivere a un anno che si annuncia drammatico sotto il profilo economico. Intanto gli appelli al governo si moltiplicano. L’esecutivo deve intervenire subito. Perché il rincaro generale e generalizzato delle materie prime rischia di trasformarsi in un tracollo. Dalle conseguenze pesantissime. Non solo per i giornali ma per tantissimi settori dell’economia italiana.

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