Nel giorno dell’approvazione del regolamento sulla tutela del copyright, si riapre un altro importante dossier per l’Agcom. La Commissione Europea ha chiesto formalmente al Garante di non diminuire i prezzi per l’unbundling. Ora l’Autorità ha un mese per decidere se recepire le indicazioni dell’Europa o rimanere fedele alla sua linea, rischiando l’apertura dell’ennesima procedura di infrazione verso l’Italia. Nel caso in esame, la Commissione Europea sarebbe autorizzata a presentare un ricorso per inottemperanza di norme comunitarie alla Corte di Giustizia. All’organo giurisdizionale europeo, poi, spetterebbe la decisione definitiva sull’eventuale predisposizione dei rimedi per sanare l’inadempimento. Se l’Agcom, infine, si rifiutasse nuovamente di recepire le norme europee, sarebbe costretta al pagamento di un’ingente sanzione pecuniaria. L’UE è convinta che le riduzione delle tariffe per l’ultimo miglio a 8,68 euro possa risultare deleteria per gli investimenti sulla fibra ottica. Posizione condivisa da Telecom Italia, che, per bocca del suo ad Marco Patuano, ha fatto sapere di essere a favore di “una regolamentazione pro-investimenti, che non sprema le aziende come limoni”. L’Europa è critica verso il provvedimento, soprattutto a causa dell’incertezza dei dati presentati, che sarebbero relativi ad analisi di mercato troppo vecchie per essere rilevanti. Un altro punto interrogativo è rappresentato dalla determinazione del WACC, un parametro economico che incide notevolmente sui livelli dei prezzi d’accesso. La Commissione accusa l’Autorità di aver stabilito le tariffe con un indicatore che differisce nel valore da quelli prefigurati nelle ultime consultazioni pubbliche. Ma se l’Europa resta arroccata sulle sue posizioni, di certo l’Agcom non è da meno. Antonio Preto, commissario eletto dal Pdl, ha chiarito che l’ultima parola sulle tariffe sarà dell’Autorità. L’Agcom sembra contare molto sull’appoggio del Berec, organismo di controllo dei regolatori, che nella sua valutazione non ha ravvisato arbitrarietà nelle azioni del Garante. Tuttavia alcuni esperti pensano che nella prossima riunione del Consiglio i membri dell’Autorità giungeranno ad una soluzione compromissoria, con un innalzamento dei prezzi a 9,16 euro. Evitando un braccio di ferro inutile e deleterio con l’Unione Europea.
Giannandrea Contieri
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