La banda 700 MHz non verrà destinata per il momento ai servizi di banda larga ma alla radiodiffusione televisiva digitale terrestre come previsto attualmente. Nell’incontro di stamani, il Capo dipartimento delle comunicazioni, Roberto Sambuco, ha così rassicurato le Tv locali preoccupate dalla possibilità che in occasione della Conferenza di Ginevra (che terminerà il 17 febbraio), il governo italiano avesse sostenuto l’attribuzione di questa banda (canali 50-60 UHF) ai servizi broadband.
“Sambuco – ha dichiarato a Key4biz Fabrizio Berrini, Segretario generale di Aeranti – ha smentito categoricamente che ci sia l’intenzione di destinare la banda 700 MHz per usi diversi da quelli attualmente previsti e, in questo senso, l’Italia si colloca nella stessa posizione della maggioranza dei Paesi Ue”.
Il governo si allinea così al Cept (European Conference of Postal and Telecommunications Administrations) e a Ginevra ragionerà solo sulla possibilità di mettere all’ordine del giorno del 2015 la possibilità di destinare ulteriori frequenze alle tlc.
“Quello di oggi – ha spiegato Berrini – è stato un primo incontro interlocutorio per avviare i contatti col nuovo governo”. Già dalle prossime settimane ci saranno una serie di appuntamenti che verteranno sui più grossi nodi che riguardano il mercato radiotelevisivo italiano.
Nella riunione di oggi, dove erano presenti sia Aeranti-Corallo che FRT, s’è parlato anche di switch-off e sono state avanzate precise richieste di rispetto della tempistica prevista dalla legge per quanto riguarda le aree di prossima digitalizzazione e il piano per l’ordinamento automatico dei canali della Tv digitale terrestre (LCN).
Ricordiamo che a oggi l’Agcom non ha ancora emanato le delibere di pianificazione delle frequenze delle aree tecniche corrispondenti alle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Molise, Puglia e Sicilia, con la conseguenza che il Ministero dello Sviluppo economico non può emanare i bandi per la presentazione delle domande di assegnazione dei diritti di uso delle frequenze e per la conseguente formazione delle graduatorie per le tv locali.
Le emittenti locali hanno quindi ribadito ancora una volta di non essere più disposte ad accettare situazioni come quelle verificatesi nello switch-off delle aree già passate al digitale, dove, in quasi tutti i casi, le assegnazioni frequenziali sono avvenute solo il giorno prima della data di inizio dei relativi switch-off, (con la conseguenza che è stato impossibile programmare per tempo gli investimenti per l’acquisto di trasmettitori e antenne).
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