L’80% della pubblicità in rete finisce nelle tasche degli Over the Top. Non è che sia una grande novità ma, dallo studio dell’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano, emerge che il trend dei ricavi per le major aumentano senza sosta. Difatti, appena cinque anni fa, la quota dei grandi oligopolisti del web era del 71%.
Ciò rende praticamente ininfluente, per gli editori, il fatto che il mercato della pubblicità sia cresciuto del 3 per cento nel 2022 rispetto al 2021. Si tratta di una torta da 4,4 miliardi di euro che, dodici mesi fa, era di poco inferiore ai 4,3. I numeri sono di tutto rispetto, ma il trend non è lusinghiero. Più che altro perché, dopo il 2020, si era registrato un exploit che aveva praticamente recuperato i dati in perdita registratisi durante il periodo della pandemia.
Secondo le analisi del Politecnico di Milano, la raccolta pubblicitaria vede la quota maggiore nei contenuti video che rappresentano il 34% degli investimenti complessivi, +5% rispetto all’anno scorso. Display resta stabile al 30% e sale di quattro punti percentuali la Search (ora al 28%). Importante salto dell’audio che con il 21% certifica l’ascesa delle piattaforme di musica e podcasta. Classified e eCommerce arrancano a 7% e 2%, in coda le email (1%).
Ma quello che resta è che l’80% della pubblicità in rete finisce nelle tasche degli Over the top. Ogni dieci euro investiti in pubblicità digitale, otto vanno a Google, Faceboolk e compagnia. Se non è una distorsione di mercato questa…
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