In attesa dell’avvio del dibattito parlamentare sulla giustizia che dovrebbe avvenire sulla base di un disegno di legge del governo, dietro le quinte si lavora alla riforma della legge elettorale per le europee. Tocca a Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione legislativa, tessere il dialogo con l’opposizione. La maggioranza continua a preferire una soluzione che corregga l’attuale modello proporzionale, portando il quorum al 4-5%, e cancelli il voto di preferenza riscrivendo l’ampiezza delle circoscrizioni elettorali. Il Pd si dice contrario su quest’ultimo punto, mentre e’ disponibile a fissare il quorum al 3%.
Qualsiasi correzione della legge elettorale vede contrari le forze minori che non hanno rappresentanza alla Camera e al Senato: Partito socialista, Rifondazione, Pdci, Verdi e Sinistra democratica. Da questi partiti e’ arrivato un appello al Pd perchè non accetti il negoziato con il governo. ”Il problema e’ che se non partecipiamo al confronto la soluzione potrebbe essere ancora peggiore per gli stessi partiti che oggi difendono la legge proporzionale. In ogni caso, diciamo no all’abolizione della preferenza. Sarebbe una soluzione grave in un momento di forte crisi del rapporto tra cittadini e politica”, dichiara Ermete Realacci, responsabile della comunicazione del Pd.
Il partito di Walter Veltroni e’ convinto che la riforma elettorale serva soprattutto a mettere in difficoltà l’Udc, che il Pdl a volte blandisce con offerte di allargamento della maggioranza di governo e a volte attacca frontalmente per metterne in difficoltà la collocazione all’opposizione. Nella competizione europea il quorum posto al 4-5% potrebbe essere in effetti una asticella troppo alta per il partito di Casini che conta anche sul voto di preferenza, soprattutto nel Mezzogiorno, come elemento della propria forza elettorale.
Il segretario socialista Riccardo Nencini ha inviato una lettera a Martin Schulz, presidente del gruppo Pse al Parlamento europeo, e a Poul Rasmussen, presidente dello stesso Partito del socialismo europeo: ”I due partiti che occupano la quasi totalità dei seggi nel Parlamento italiano, Pdl e Pd, sembrano aver concordato un cambiamento della legge elettorale per le elezioni europee che prevede uno sbarramento alla partecipazione dei partiti più piccoli”. Ma e’ difficile che dai socialisti europei possa venire un intervento nel dibattito italiano.
Dal punto di vista tecnico, per il Pd si occupano della riforma elettorale l’onorevole Salvatore Vassallo e il senatore Stefano Ceccanti, considerati gli esperti del partito in materia di norme elettorali. Dovrebbe invece essere Dario Franceschini, vicesegretario del Pd, a seguire la trattativa politica. Intanto, Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione, ospite ieri della Festa democratica in svolgimento a Firenze, ha ribadito la sua posizione: ”Mi pare che le riforme delle leggi elettorali di questi anni siano state sempre fatte in nome della governabilità. Nel Parlamento europeo questo problema non c’e”’.
Sui temi del rapporto con il governo, dello stato di salute del Pd e dell’opposizione, oltre che sulle questioni della riforma della giustizia e della riforma della legge elettorale per le europee, c’e’ molta attesa per quanto dirà questa sera Massimo D’Alema, intervistato alla Festa democratica di Firenze da Giovanni Floris, conduttore della trasmissione televisiva ”Ballarò”.
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