Secondo le previsioni di Steve Lohr sul New York Times, la richiesta di accesso alla Rete da parte degli utenti della banda larga, nel 2011, potrebbe superare l’offerta. A partire da questo 2008 la domanda mondiale degli internauti crescerà al ritmo del 100% all’anno. Il World Wide Web rischia di congestionare. Per questo dagli Stati Uniti all’Asia i governi cominciano a rafforzare le strategie d’investimento per ampliare i network ad alta e altissima velocità. Anche in Italia il traffico sul web è in crescita ma con quote inferiori al resto del mondo. Siamo all’ultimo posto in Europa quanto a percentuale della popolazione collegata on line: 32% contro il 44% della Francia, il 58% della Germania, il 62% della Gran Bretagna e il 78% della Danimarca. Nel nostro Paese la copertura nazionale della banda larga oscilla tra il 70 e l’80% ed è spaventosamente disomogenea: se nelle città con oltre 100 mila abitanti la diffusione dell’Adsl è pari al 64% nei comuni con meno di 10 mila abitanti si riduce al 15%. Cosa farà il nuovo governo per colmare il digital divide italiano? Il programma del Pd è ambizioso ma generico. Si parla di “diritto alla banda larga da garantire a tutti i cittadini e a tutte le imprese su tutto il territorio nazionale”. Il programma del Pdl, invece, non dice molto tranne un accenno, a pagina 4, alla “diffusione universale della banda larga”.
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