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Investimenti pubblicitari a picco. Frena internet. Quotidiani a -9,7%

4192-internet search_edited.630w.tn4192-internet search_edited.630w.tnChiude con una variazione del -0,5% a luglio, rispetto allo stesso mese del 2013, il mercato degli investimenti pubblicitari in Italia. La riduzione tendenziale è del -2,2% per il periodo gennaio-luglio rispetto all’anno precedente ed è pari a circa 80,9 milioni in meno sui primi sette mesi dello scorso anno. A giugno, il mercato era andato meglio, chiudendo con un +5,5% rispetto al mese di giugno 2013. Sono i dati diffusi da Nielsen. Relativamente ai singoli mezzi, la Tv cresce del +1,8% nel periodo gennaio – luglio e chiude il singolo mese a +6,6%. Il mezzo ‘Stampa’, dopo i segnali di miglioramento di giugno (aveva chiuso a -1,3%), registra un peggioramento, calando del -10,2% nei primi sette mesi e del -6,5% nel singolo mese. Nel dettaglio, i quotidiani perdono il -9,7% nel periodo cumulato e -4,5% nel solo luglio, mentre i periodici rispettivamente il -11% e il -10,8%. La Radio conferma l’andamento negativo: per il periodo cumulato si registra un decremento del -4,3%, a fronte del -12,6% di luglio. Internet, relativamente al perimetro attualmente monitorato, conferma l’inversione di tendenza avviata a giugno, quando il mese di chiuse con +10%: luglio chiude, infatti, a +4,4%, portando il dato relativo ai sette mesi a +0,6%. Ancora in negativo il Cinema, il Direct Mail e l’Outdoor in generale, così come la media del mercato. Il mese di giugno si era chiuso a +5,5%. Lo rileva la Nielsen. “La buona performance del mercato, in controtendenza rispetto a quanto successo fino a maggio, è motivata anche per questo mese dalla spinta dei Mondiali di Calcio – spiega Alberto Dal Sasso, advertising information services business director di Nielsen -, ma i primi segnali ricevuti dal mercato relativi al mese di agosto e l’autunno sono tutt’altro che incoraggianti, così come le indicazioni sul secondo semestre per quello che riguarda generalmente tutti i mezzi. Le previsioni negative dell’Ocse sul Pil italiano, inoltre, non ci consentono di essere ottimisti per i prossimi mesi”.

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