Editoria

Investimenti pubblicitari, le radio risalgono ai livelli pre Covid

Gli investimenti pubblicitari nelle radio sono tornati ai livelli pre-pandemia, almeno in alcuni dei settori chiave del comparto. Lo ha comunicato l’osservatorio Fcp-Assoradio che ha condotto un’indagine sui livelli di investimento pubblicitario nel primo quadrimestre dell’anno in corso. Le radio continuano a macinare consensi e a convincere le aziende a puntare sulla pubblicità  su questo media. Sul singolo mese, ad aprile sembra essere stata registrata la miglior performance dell’anno che già presentava risultati lusinghieri.

 

I dati dell’Osservatorio hanno fotografato la situazione per cui, ad aprile scorso, gli investimenti pubblicitari in radio hanno fatto registrare un lusinghiero incremento del 7,8 per cento. Che si è andato ad aggiungere al già importate risultato riportato nel precedente mese di marzo, che aveva fatto segnare un ottimo aumento del 6,6 per cento. In tutto, su base quadrimestrale, gli investimenti pubblicitari in radio sono saliti fino al 4,2 per cento.

 

Ma non è tutto. Perché, sempre sul periodo del quadrimestre, è cresciuto il numero degli inserzionisti, che è aumentato del 22 per cento, e delle campagne pubblicitarie salite del 17 per cento. Insomma, le premesse per fare bene ci sono tutte. Anche considerando il confronto tra questo periodo e quello relativo al primo quadrimestre di tre anni fa, nel 2019. Quando la parola Covid non era conosciuta pressoché da nessuno. Secondo l’Osservatorio Fcp-Assoradio, cresce l’investimento pubblicitario delle aziende dei settori della distribuzione, della finanza e delle assicurazioni, turismo e immobiliare.

 

Per l’Osservatorio, quindi, alcuni settori del comparto radiofonico sono rientrati delle ristrettezze dovute alla pandemia e hanno recuperato la perdita pubblicitaria registratasi a causa del Covid. La radio, quindi, si svela come un mezzo di comunicazione in netta ascesa, elastico e capace di rientrare prima degli altri dai problemi causati dalla pandemia. E pensare che qualche anno fa, la radio era data per morta, spacciata, ormai superata. Come un simbolo di un passato che non sarebbe riuscito a superare il presente e a darsi un futuro. Mai previsione fu più sballata.

Luca Esposito

View Comments

Recent Posts

Tax credit, Terzi (Sil): “Piccole librerie restano garantite”

“Le piccole librerie continuano a essere garantite”: parola di Antonio Terzi, presidente del sindacato italiano…

23 ore ago

Annullati licenziamenti all’agenzia Dire: esultano Fnsi e Asr

Annullati i licenziamenti di tre giornalisti dell’Agenzia Dire. Esultano le parti sindacali. La decisione è…

23 ore ago

La Fieg azzanna il governo: “Non fa nulla per il pluralismo”

La Fieg azzanna il governo e sul tema dei contributi è pronta a far la…

2 giorni ago

Quotidiano in classe: ecco tutto quello che c’è da sapere

Facendo seguito alla nostra circolare n. 47/2024 ricordiamo che le istituzioni scolastiche possono presentare la…

2 giorni ago

L’appello a garantire il pluralismo non può cadere nel vuoto

I grandi giornali hanno lanciato un appello al Governo affinché rifinanzi il fondo straordinario per…

3 giorni ago

Circolare n. 55 del 16/12/2024 – Contributi alle scuole per l’acquisto di abbonamenti ai giornali: al via le domande per l’anno scolastico 2024/2025

Facendo seguito alla nostra circolare n. 47/2024 ricordiamo che le istituzioni scolastiche possono presentare la…

3 giorni ago